Leggendo la recente intervista rilasciata a Wasabeat si ha l’impressione che tutto sia accaduto per caso, e, cosa ancor più importante, che quella manifesta innocenza sia infine reale, frutto di un talento mai celebrato e che ora, dopo oltre venti anni, torna con discrezione a prendersi quanto dovuto e non concesso.
Soichi Terada si avvicina all’hip hop ed all’house music sul finire degli anni ’80, con uno spirito nerd sincero, a lui interessa la tecnologia, utilizza i campionatori, ci gioca, li esplora sondandone le potenzialità, poi ha una naturale predisposizione all’estetica house, e quello che esce fuori in quegli anni viene immortalato in alcune introvabili release che il giovane produttore si stampa da solo sulla sua Far East Recordings.
Sono pochissimi a suonare quelle gemme nei loro set, pochi ma acuti collezionisti di musica giapponese, perché si, quello è un universo a parte, oggi reso umano e raggiungibile da una piattaforma come Discogs e con il web in generale, ma negli anni in cui tutto nasceva rimaneva appannaggio di quelli che avevano veramente una marcia in più e che riuscivano ad ottenere qualche copia di quei dischi che fuori dal Giappone giravano solo in mani importanti. Mani come quelle di Larry Levan che venne in possesso di un mostruoso brano come Sun Shower, prodotto da Terada con la voce della pop-singer Nami Shimada e stampato inizialmente in pochissime copie promozionali che diventano un caso quando iniziò a girare qualche registrazione di alcuni mix di Levan che contenevano il pezzo. Nel 2004 la Crème Organization riesce ad ottenere i permessi per ristampare il brano e lo pubblica in un Ep dove oltre alla versione vocale inserisce due strumentali ed un ulteriore remix da parte di Legowelt.
Terada però è un uomo genuino, non spinge sui tasti caldi, non ha quell’occhio cinico che molti avrebbero sfruttato per metter su una carriera di successo, lui va avanti e si adopera per metter a frutto le sue capacità in campo musicale, inizia a scrivere colonne sonore, e lo fa per dei videogames. Ha talento, ne ha a tal punto che la Sony Music lo mette sotto contratto per le musiche ed i suoni di Ape Escape (storico gioco per Playstation pubblicato nel 1999) e nel frattempo manda avanti la sua Far East Recordings, pubblicando una serie di CD e vinili di musica elettronica downtempo, Synth Pop, Chiptune, ovvero tutti quei suoni che sembrano fotografare il ventaglio di colori del Giappone in una resa molto più fedele e realistica di quelle angeliche parentesi House che sembrano più un isolato momento di elevazione piuttosto che un assimilata estetica.
Ma arriviamo ai nostri giorni, ed a una raccolta che premettiamo: se decidete di comprare un solo disco House quest’anno non può non esser questo. La cronaca è piuttosto standard, nel pieno di un periodo in cui le ristampe sembrano essere la fonte di ossigeno più sicura sia in termini di introiti, che per quanto riguarda l’aspetto qualitativo, la Rush Hour chiede al produttore di metter insieme una serie di brani di difficile reperibilità per una compilation da pubblicare sia in CD che doppio vinile, richiesta che fa letteralmente sobbalzare il producer giapponese, meravigliato dalla richiesta.
Sounds From The Far East prende così forma, e raccoglie dodici gemme della discografia della label che partono con la monolitica Saturday Love Sunday, un maglio deep sovrastato da campioni vocali, con un poderoso pad che circoscrive e condensa le emozioni. Sul retro della raccolta è stampato un fantastico track by track redatto dallo stesso Terada il quale descrive il brano scrivendo semplicemente che nel 1990 aveva preso alcuni dischi con delle acappella, che ha provato a farci dei brani e che questo è uno di quelli. In Do it Again entra nel vivo di un groove morbido con una scarna programmazione ritmica ed ancora quel fiorire di pad e cristalli elettronici. Sun Showered è uno strumentale virato in videogame era di Sun Shower, mentre la Alternative Version di Low Tension scritta insieme a Manabu Nagayama è un miracolo house da fine serata originariamente pubblicato sul rarissimo various La Ronde (ristampato anch’esso in questi giorni con il titolo mutato in Laronte). Sembra assurdo che abbia concepito stesure simili essendo fondamentalmente un outsider, ma è proprio questa naturalezza a trasparire forte tanto nella musica quanto scrutando il suo volto sorridente nelle foto raggiungibili su web.
In Hohai Beats c’è quel timbro sonoro che inquadra perfettamente il Giappone, con quelle tastiere elettriche appena punteggiate, il groove contratto ma giocherellone, il ritmo gioviale, è l’House music per star bene. Good Morning è più elettronica ed arcigna, un perfetto proseguimento che fa colare cemento su una sequenza impeccabile. CPM vira classic in omaggio allo studio del regista Akira Hasegawa, mentre Rising Sun Up è un piano sequenza micidiale con un groove che fotografa una Tokio notturna con tutto il gioco di luci ed automobili in movimento. Di Shake Yours, prodotta da Shinichiro Yokota, scrive che non aveva idea di dove avesse preso il sample ma che suonava benissimo, il brano è un edit della italianissima IC Love Affair prodotta nel 1983 dai Gaznevada.
Nella volata finale c’è la tastiera sincopata di Voices From Beyond e il doppio maglio melodico Purple Haze / Binari Rondo.
Solchi Terada ci insegna che a volte il mezzo migliore per entrare nel cuore delle cose può essere il distacco, ce lo dimostra con un disco che trasuda la sua essenza partendo da un cuore che in definitiva ha approcciato la musica con semplicità.
Lo ripetiamo, se quest’anno decidete di acquistare un solo disco House, fate in modo che sia questo.