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Single Reviews /

Boris Divider Surface

  • Label / Drivecom
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 09/2013
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Boris Divider - Surface

lo spagnolo Boris Divider ha sempre occupato un posto di tutto rispetto nel panorama electro. Personaggio solitario che preferisce camminare nelle zone d’ombra seminando di tanto in tanto le sue idee musicali finora fascinose ed oscure. Su Semantica Records che regalò un ottimo mini-album intitolato Ultralink, apparizioni anche su Satamile, MSX…e molte altre, anche con lo pseudonimo Cage, con il quale produceva techno d’assalto.

Fondatore inoltre della Drivecom, etichetta attraverso la quale pubblica gran parte dei suoi lavori.
Dopo l’album “The Source”, pubblicato lo scorso anno, ha dato vita ad una serie di vinili sintetizzati con il claim “Synthetizer soundtracks by Boris Divider”. Il primo, Aeon, pubblicato soltanto qualche mese fa, ha lasciato intuire un percorso per certi versi nuovo per l’artista, quello che avvicina in maniera inesorabile l’electro all’ambient dai contorni cosmici. Nei quattro brani di Aeon infatti era intuibile un’approccio “corrieristico” nelle stesure che ricordano vecchie “cavalcate” sintetiche zona Germania.

Non passa che poco tempo ed eccolo di nuovo con il secondo capito della serie, questa volta intitolato Surface. Bene, Surface è un capolavoro, è l’estensione di quel concetto inizializzato con Aeon che in questo nuovo vinile assume una forza narrativa molto più profonda ed elegante, a partire dall’immagine della cover, molto evocativa e rilassante, allo splendido vinile striato rosso (per la versione limited).

Nei quattro brani che compongono l’Ep entriamo in una dimensione cosmica dove gli arpeggi sono il cuore pulsante di un viaggio etereo che lambisce una forma soundtrack da horror d’essai regalando picchi emozionali praticamente in ogni brano. Quattro suite immerse in un vortice continuo dove i sintetizzatori, di volta in volta assumono delle tonalità differenti, da stridule ed acide a roboanti e profonde. Praticamente assente il ritmo, parliamo di musica melodica ed ambientale. Un’esperienza d’ascolto raffinata, uno dei migliori modi per farci immaginare lo spazio nel suo sconosciuto splendore.

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