La trevigiana Boring Machines è label di tutto rispetto, attiva dal 2006 ha pubblicato oltre cinquanta dischi che hanno spaziato dall’ambient al krautrock arrivando a lambire territori sperimentali di difficile interpretazione. Un’eccellenza del panorama italiano che vanta artisti di calibro elevatissimo tra le sue fila.
A colpirci in questo momento è il lavoro di Von Tesla, al secolo Marco Giotto, giovane musicista attivo in diversi progetti musicali e che con questa ragione sociale scopriamo aver già pubblicato due album (uno in digitale l’altro su tape per la Tulip Records) oltre che un precedente album sempre in vinile a nome Be Maledetto Now ancora per la Boring Machine che si somma a quelli del suo progetto più prolifico: Be Invisible Now! con il quale il musicista ha sondato diversi territori, da quelli ambient radicali a quelli cosmico/psichedelici e, come nel caso del lavoro per Farmacia 901, glitch e sperimentali.
Dalle note a margine apprendiamo che il disco in questione è interamente realizzato utilizzando un Korg MS-20 e dei sample della batteria elettronica Roland TR-909.
Un Ep composto di cinque brani che prende il nome di Raised by Clear Acid, lavoro nel quale le atmosfere fanno ben intuire la voglia di spingersi in territori elettronici molto sofisticati e dark. Per fare questo Von Tesla crea delle textures intriganti lasciando scorrere l’elettricità e modulandola attraverso l’aiuto di micro-suoni, scintille ed innesti di bassi cavernosi sapientemente affinati. La cura del dettaglio e l’appeal quasi geometrico sembrano rimandare ad alcuni lavori di Monolake, anche se qui lo sforzo sembra più incentrato sul voler creare un’impatto atmosferico che catturi e seduca l’ascoltatore piuttosto che un esercizio stilistico tendente a far risaltare il puro tecnicismo.
Intento realizzato in pieno anche dal punto di vista compositivo, infatti le melodie presenti ad esempio in un brano come Null Hypersurface danno personalità all’intero lavoro. Un brano perfetto nel suo essere profondo ed etereo ma nello stesso tempo distintivo di un suono dal forte potere evocativo. La seguente All Cycles Lost se vogliamo è ancora più incisiva, rotola su un arpeggio gommoso mentre una melodia calma entra in sottofondo, poi evolve pian piano in un groviglio ritmico ben scandito per poi mutare definitivamente in un finale che è elettricità allo stato puro.
Il brano di chiusura, Unifying all fundamental interactions (Vertical horizon) è una sorta di techno sperimentale basata su un ritmo veloce e sbilenco che sovrasta le atmosfere infernali che saturano l’aria. L’ambientazione assume una forma aliena, l’oscurità unita a questi innesti di suono dal sapore futuristico lasciano viaggiare la mente, spinta in alto dai sussulti ritmici figli di una strana idea dance.
Un disco carico di tensione creativa che mette insieme il profondo amore per l’ambient e le soundtrack ad una ferocia ritmica che a fatica viene messa a freno.
Acquistando il vinile dalla piattaforma Bandcamp della Boring Machines avrete in omaggio un’ulteriore file da 46 minuti. Non perdetelo.