Gerald Donald prosegue imperterrito in quel lavoro di rifinitura intorno alla sua arte musicale che nella fattispecie significa dare all’electro un profilo talmente affinato da potersi dire personale.
Il progetto Dopplereffekt dopo aver lasciato segni tangibili con dischi imprescindibili come Linear Accelerator e Gesamtkunstwerk, due album totalmente opposti se vogliamo, si è evoluto in una forma musicale via via sempre meno sporca. Con buona probabilità i fattori determinanti sono stati due: la perdita di Marcel Stinson, cosa che con il passare del tempo ha fatto sentire sempre meno il suo peso, ed il fatto di vivere ormai da moltissimi anni in Europa. Penso questo perché i nuovi dischi di Donald suonano sempre più robotici e minimali, anche se l’uomo con la sua maestria è riuscito a controbilanciare il tutto con la sua innata capacità compositiva e con un’acuto senso melodico.
Questo Ep viene pubblicato dalla Leisure System, label berlinese che già lo scorso anno aveva ospitato un Ep di Donald dal titolo Tetrahymena, un disco dalle intenzioni già chiarissime ma non completamente risolto come questo incredibile brano che Dopplereffekt realizza e pubblica in split con Objekt.
Delta Wave inizia con una melodia arpeggiata in pieno stile Donald, con quella parvenza cristallina che lascia presupporre un tempo infinito nella concettualizzazione dei suoni, poi il brano entra in una dimensioni dark grazie ai pads ben sovrapposti e ad una stesura ritmica minimale ma molto profonda in quelle ripetizioni che sembrano affondare i bassi nelle profondità più recondite. Inoltre, Donald mette in gioco un canto femminile (con buona probabilità quello della sua compagna Michaela To-Nhan Bertel) con la quale da qualche tempo condivide anche il palco in occasione delle esibizioni live. Un brano perfetto nel quale i tempi di ogni elemento sono calibrati in maniera ineccepibile, ma che soprattutto riesce ad essere evocativo ed estremamente profondo quando comunica quello stato d’animo spaventato, pieno di tensione ma prossimo a vedere un’ancora di salvezza in fondo al tunnel.
Sul lato B è incisa invece la traccia del giovane produttore britannico Objekt, nome da tenere in considerazione e che scrive un gran brano intitolato Ganzfeld. Qui a farla da padrone sono i ritmi, i vari strati percussivi si intersecano partendo da soluzioni accostabili alla dubstep per poi virare in un ibrido electro/techno che inneggia al funk oscuro con una linea di basso acida e piena di groove. In alcuni affondi è chiaro il riferimento all’elettronica di casa Warp forse più vicina ad Autechre che ad Aphex Twin, una lezione appresa per bene direi, perché nulla suona come una copia ed il brano riesce a posizionarsi in quel limbo diviso a metà tra ascolto e ballo con gran classe.
Disco da consumare.