Visionario, astratto, surreale. Questa l’impressione al primo ascolto di “Clic”, album squisitamente elettronico risalente al 1974.
L’autore, Franco Battiato nella sua carriera ci ha abituato a lavori eccentrici sfidando la banalità della musica leggera italiana, andando ad osare dove la maggior parte degli artisti nostrani metteva il punto. Non a caso, nel corso degli anni, alcuni meritati paragoni hanno accostato l’artista alla scena tedesca che ne oscurò sicuramente la notorierà.
In questo album, l’artista siciliano, si concentra sulla produzione di musica perlopiù strumentale votata all’ascolto, dove la sintesi di strumentazione acustica e non crea fantastici equilibri che percorrono l’intera struttura.
Elemento cardine delle 7 tracce contenute nell’LP è la sperimentazione sonora, espressa ora sotto forma di un campionamento di un discorso di Mussolini e dell’Inno di Mameli (Ethika fon Ethica), di atmosfere deliranti rock-progressive (I cancelli della Memoria), di quelle oniriche ed eleganti di un pianoforte classico ( Nel mercado degli dei), di inquientanti voci di bambini in un ambientazione da film thriller (Nel cantiere di un’infanzia), di vibrazioni di lastre metalliche e suoni di cornamusa (No U Turn), di contrapposizione tra musica sintetica e medievale (Propriedad prohibida), di stravaganti alchimie sonore (Rien ne va plus: Andante).
Come tutti gli ibridi elettronico/acustici degli anni ’70, vi troverete di fronte ad una comunicazione cupa, introspettiva ed ipnotica, non certo di facile assorbimento, ma sicuramente, non potrete far a meno di notare che anche davanti ai nostri occhi c’era già chi tentava di farci intravedere il futuro.
Una curiosità: “Propriedad prohibida” vi suonerà particolarmente familiare, essendo adottata da molti anni come sigla della trasmissione Rai “Tg2 Dossier”.
Un album d’avanguardia per l’epoca in cui venne alla luce e che a distanza di 35 anni non mostra i segni del tempo suonando ancora estremamente attuale.