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Album Reviews /

Nu Era Nouveau Synthetic Compositions

  • Label / Omniverse
  • Catalog / OMNICDV 07
  • Format / CD, Vinyl
  • Released / 10/2014
  • Style /
  • Rating /
    9.5/101
nuera

Connessioni che vengono da lontano, dalle parole di mister UR Mike Banks, il quale non ha mai tenuto nascosta la stima verso i 4Hero e verso quel giovane, Marc Clair, che forse più di ogni altro ha saputo leggere tra le pieghe dell’eredità Jazz/Funk per rielaborare, siamo a Londra nella metà degli anni ’90, pensateci bene, un suono techno che è quanto di più vicino alle vesti jam del collettivo Underground Resistance. Beyond Gravity esce nel 1994 ed è il primo album firmato con lo pseudonimo Nu Era. Un disco rimasto in quell’oscurità tesa a divenire culto, uno dei pezzi d’Europa volati oltre oceano, un monolite.

 Nu Era ‎– Nouveau Synthetic Compositions Passa molto tempo ed una manciata di Ep, fatto sta che nel 2013 l’uomo torna in album con la splendida ragione sociale per dare alle stampe un secondo full-lenght intitolato The Third Adam, disco nel quale è percepibile una maturità stilistica che regala un suono meno arcigno e perfettamente inquadrato in quel microcosmo capitanato dalle storiche sessioni targate Galaxy to Galaxy. Clair è un portento, riesce a convogliare nella sua musica tutti i filtri del jazz e del funk incastrando a meraviglia giri di basso vorticosi e prelibatezze di ottoni, unendo al tutto una scrittura del groove che lascia pensare a qualcuno che di techno ne ha masticata veramente molta.
Questa volta passa poco più di un anno e Nu Era torna di nuovo a deliziarci con il terzo album.


Nouveau Synthetic Compositions è il titolo di quest’ennesima fatica che consacra il nostro a portavoce di un movimento che, paradossalmente, al momento lo vede solo a sostenere una visione della techno che a molti potrebbe risultare arcaica, e che altri, forse la maggioranza, non saprebbero neanche riconoscere come tale.
E’ l’amara conseguenza di tutta una serie di fattori e di un universo che siamo protesi a rinnegare. Non è questione di voler esser “diversi” a tutti i costi, credetemi, ma per chi è cresciuto pensando alla techno come ad una musica ricca e variopinta tutto questo squadrismo è di difficile digeribilità. Nu Era in questo è un eretico, un techno-guerriero capace di scrivere la musica, di arrangiare linee di basso miracolose e programmare ritmiche che nel migliore dei casi farebbero sgranchire le gambe ai moderni robots che popolano i dancefloor. Qui i corpi non sono metallici, c’è la carne ed il sangue, c’è una musica che è techno nel suo significato più pomposo e profondo, ci sono le tastiere suonate nota per nota, creando melodie che vanno ad amalgamarsi al suono dell’organo, alle batterie elettroniche, al basso, alla chitarra, c’è un suono vivo, un disco che potrebbe esser stato suonato da un gruppo di musicisti, talmente organico e pieno di elementi.
C’è un passaggio che ci sta sfuggendo di mano ed è un rischio troppo alto per poter esser percorso, quello di lasciar andare perduto quel collegamento filologico che aveva permesso a questo suono nuovo di nutrirsi, formarsi, uscire allo scoperto e si, anche di chiamarsi techno. Il rischio è quello di chiuderci in in una stanza quando abbiamo un intero mondo a disposizione.

Questo disco è servito in un package elegantissimo con l’album su CD ed un vinile sette pollici dove sono incisi i primi due brani dell’album stesso. Imprescindibile.