Il debutto solista di Giuseppe Tillieci, in arte Neel, arriva a compensare l’inversione di tendenza assunta invece dal progetto Voices From The Lake (condiviso con l’amico fraterno Donato Dozzy) che, nato sotto un’algida cinematica fortemente descrittiva dei luoghi nei quali hanno preso vita il primo Ep Silent Drop e l’omonimo album, ha poi virato verso un modo di comunicare molto più diretto e duro. I dischi, due Ep ed altrettanti remix per altri artisti, pubblicati in seguito all’osannato disco di debutto parlano con un linguaggio techno molto spregiudicato rispetto alle native atmosfere.
Parallelamente all’attività di musicista, Neel porta avanti il suo studio di mastering Enisslab, al quale si dedica dal conseguimento del master al SAE Institute di Amsterdam, lavoro che lo tiene a stretto contatto con musica di altri artisti e che gli lascia le ore centrali della notte per dar sfogo alle sue pulsioni creative.
“In un certo senso questa produzione rappresenta i miei momenti di libertà notturna, dopo lunghe giornate di mastering nelle quali può capitare di ascoltare prevalentemente techno. Nel comporlo ho utilizzato tutto quello che avevo a disposizione nel mio studio, da macchine analogiche a softsynth e quando non riuscivo a ricreare quel che avevo in mente, lo costruivo. Ho preso metalli ed altri materiali per cercare di ottenere quelle waveform di cui avevo bisogno.”
Ed ha proprio il sapore di un viaggio concepito in casa, in solitudine, affrontando le proprie paure, perché il significato di Fobos (Phobos) è proprio paura. Termine che fu poi utilizzato dallo studioso Eton Henry Madan come nome da attribuire al maggiore dei satelliti naturali del pianeta Marte, satellite che ha suscitato l’interesse di Neel spingendolo ad immaginare un ipotetico viaggio sulla sua superficie.
L’album sfrutta i silenzi ed i tempi dilatati della notte per lasciar scorrere tutta una serie di umori sussurrati che si manifestano attraverso delicati micro-suoni, cicalii e drones cavernosi che occupano lo spazio saturandone gli strati più profondi, c’è un senso di oppressione claustrofobica durante tutta la prima parte, come se ci trovassimo all’interno di una bolla di vetro dalla quale poter guardare questo alieno scenario ascoltandone però soltanto echi ovattati. Dovrebbe essere l’antitesi della techno stessa, in quanto totalmente priva di beat, ma la verità è che in questa musica si ha chiara la percezione delle infinite possibilità di quel suono futuristico, è come una tavola apparecchiata che attende le pietanze che arriveranno di li a poco. Alla mente arriva un paragone completamente calzante, quello della Tomorrow records, label fondata da Jeff Mills sul finire dei ’90 nella quale ha pubblicato alcune pulsioni oscure che hanno rappresentato il lato meno ortodosso del suo modo di intendere la techno, su tutte, l’album di Mitch Walcott intitolato Europa.
C’è molto di quello spirito crepuscolare in questo concept album realizzato da Neel, disco che con il passare dei minuti concede un’apertura sempre più calorosa, è come se l’artista immaginasse un ciclo solare nel quale rappresentare anche il momento dell’alba, quello del risveglio, magia che negli ultimi dieci minuti del disco si materializza attraverso dei tappeti melodici che “escono” dallo stato silente e da controversi ribollii che sembrano sbocciare aprendosi a nuova vita, fino alle note finali che rappresentano forse l’unico accordo di un disco che bilancia in maniera perfetta il peso di ogni singola fase. E questo è anche un segnale di ottimismo, la fiducia nell’aver affrontato le proprie paure utilizzando la matrice stessa del suono techno, quell’insieme di suoni, rumori e percezioni in grado di dipingere lo scenario ambient ideale sul quale dar sfogo alle proprie visioni utopiche.
Il disco viene pubblicato dalla Spectrum Spools, label di Cleveland gestita da John Elliot ed è disponibile sia su supporto CD (consigliato per goderne appieno la portata narrativa), sia su doppio vinile. Dovendo trovare un difetto, direi che questo è relativo soltanto alla durata, 46 minuti che dopo le note finali sembreranno non bastare, ma che sono il perfetto preludio ad un seguito che speriamo possa arrivare presto.