New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Album Reviews /

Vito Ricci I Was Crossing A Bridge

  • Label / Music From Memory
  • Catalog / MFM 005
  • Format / Vinyl
  • Released / 05/2015
  • Style / ,
  • Rating /
    8.5/101
Vito Ricci ‎– I Was Crossing A Bridge

Vito RicciIl brano che apre questo I Was Crossing A Bridge e che si intitola The Ship Was Selling era stato caricato sul canale Youtube della Music From Memory nel marzo del 2014, un fulmine a ciel sereno, uno di quegli inarrivabili capolavori ambient costruiti con semplicità, dote che nella maggior parte dei casi è presente in tutti i pezzi immortali della storia della musica. E’ musica che sembra star sempre in penombra, lucida e ponderata, fortemente narrativa, a tal punto che leggere le note trovate in giro per la rete circa il suo compositore, Vito Ricci, è un po come aprire uno scrigno dei segreti che fa capo alla visione di una città incantata ed allo stesso tempo pregna di maledizioni come New York.

Music From Memory, è questo il titolo dell’unico album che Vito Ricci ha stampato su vinile nel 1985, un disco rarissimo, del quale un piccolo stock invenduto era stato rimesso in commercio con il benestare dell’artista negli scorsi anni ad un prezzo inevitabilmente destinato poi a salire alle stelle, e che vedeva l’artista impegnato nella sperimentazione con le prime “computer drum” e con dei sequencer midi, strumenti con i quali ha scritto questa colonna sonora destinata ad accompagnare un’opera teatrale di Matthew Maguire.
Album che in un modo o nell’altro è finito nelle mani di Tako Reyenga e Jamie Tiller (azzardo, proveniente proprio da quel famoso stock) e che li ha influenzati al punto di dedicare la loro splendida label proprio a quel disco. 

Questa è la quinta release pubblicata dall’etichetta olandese, che ricordiamo segue quelle di Leon Lowman, Gigi Masin, Joan Bibiloni e Gaussian Curve, per il 90% ristampe fatte selezionando la musica dei citati artisti dalla loro discografia e non, semplicemente, ristampando un introvabile album. Caratteristica che continua a distinguere la Music From Memory e che ci ha permesso di assaporare un concetto che profuma della migliore malinconia.

Music From Memory

His music has the power to linger in the listener’s memory…Possiamo leggere sulla sua biografia ufficiale, Vito Ricci è un compositore attivo dalla fine degli anni ’70 e nell’arco temporale che lo ha condotto ai nostri giorni ha dato vita a moltissime opere musicali per il teatro, la danza, il cinema ed in generale le arti.

In questa grandiosa raccolta sono riuniti diciotto brani suddivisi in due LP dove a trasparire, oltre ogni personale interpretazione è la vita della New York più sotterranea, quella legata all’emarginazione, all’arte ed alla lotta politica, ma soprattutto, ad essere accecante è quel senso di quotidianità vissuta ai margini di una società che negli ’80 era pronta ad esplodere in mille direzioni. Sembra proprio di vederli questi giovani artisti che si sbattono per sbarcare il lunario nei piccoli teatri di Broadway.

La musica di Vito Ricci è un viaggio in quel cosmo che sarebbe bene definire utilizzando il termine Ambient music ma che si nutre di quanto incontra nel suo passaggio, dal jazz (soprattutto) alla new/post wave (emblematico in tal senso il brano I’m At That Party Right Now), Ricci è un compositore esperto e nei suoi brani sperimenta modo costante, prestandosi alle emozioni ed agli scenari più disparati.
Arpeggiatori, tastiere, chitarre, batterie elettroniche, percussioni e field recordings che raccontano storie ipnotiche, altre travolgenti e contorte, altre con lo spiccato dono della semplicità, altre ancora commoventi e colme di dolore. Riaffiora il ciclo vitale, con tutto quel turbinio di stati d’animo che, se rapportati alla città che ha cullato queste creazioni, ci rivelano una delle musiche più puntuali e descrittive che sia possibile ascoltare. Ci sono degli elementi che creano un ponte immaginario con l’estetica sonora mediterranea, soprattutto in alcune calde melodie composte usando chitarra e percussioni, ma è un riflesso che fa parte di un ventaglio ampio e drammatico, che arriva a lambire l’electrofunk in un brano come Cross Court o a ribollire in meravigliosi anfratti cosmici come nella celestiale Hollywood.


La sua musica ha il potere di soffermarsi nella memoria di chi l’ascolta, eccole tornare quelle note biografiche che suonano come la più profonda delle verità, un mantra che è bello rievocare dentro se stessi stretti intorno a quella morsa che prende prima il cuore e poi il cervello, non servirà neanche ascoltare, la ricorderete.