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Album Reviews /

Lisa & Kroffe Norrfjället

  • Label / Klangfigur Audio Artefacts
  • Catalog / Fig XV
  • Format / Vinyl
  • Released / 06/2015
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Lisa & Kroffe ‎– Norrfjället

Quando scopri una cosa di valore hai subito l’istinto di tenerla stretta, diventarne un po’ padre, un po’ proprietario, questo accade in tutti gli eventi eccezionali della vita, accade inevitabilmente anche con la musica. E’ una giungla quella attuale, un panorama sconfinato, senza più linea d’orizzonte, esiste tutto ed in quantità, forme e colori che abbondano fino all’eccesso. E’ così che in qualche maniera anche i confini del web, odierni territori di ricerca, vengono circoscritti dall’arcaia pratica della comunicazione, dello scambiarsi consigli ed idee. E’ così che ho scoperto Lisa & Kroffe, parlando e scambiando consigli ed opinioni.

Lisa & Kroffe

Duo svedese che deve il nome ad ispirazioni provenienti dal passato come Ralf & Florian e Hansson & Karlsson  (combo meno nota che durante il decennio ’60 ha pubblicato musica a cavallo tra progressive rock e jazz/fusion) e che con la propria musica ricrea un ponte ideale tra queste generazioni apparentemente distanti tra loro ma unite dalla metrica e da un suono profondo ed ispirato che nel primo caso sarà tramutato in storia (Kraftwerk n.d.r.) e nel secondo in culto sotterraneo.
Lisa & Kroffe ereditano molto dal passato cosmico e progressivo, quanto dal territorio nel quale operano, una regione dove i silenzi raccontano molte più storie di una caotica metropoli e dove un profondo senso d’appartenenza al nord ed ai suoi ritmi è in grado di accendere quel fuoco spirituale che è poi la matrice di questa musica che come vedremo diventa ponte tra i generi e collante tra vibrazioni intense ed introspezione. A margine, quell’affinità all’eleganza che si avvicina all’universo ECM, label la cui estetica è il frutto di un’attenzione maniacale e di un respiro libero e fresco.

“L’album è stato registrato a Maggio del 2014 nel piccolo villaggio di Norrfjäll che si trova nell’isola di Väddö nell’arcipelago Roslagen. Abbiamo un amico che ha una casa estiva risalente al 19mo secolo e che ci ha gentilmente concesso di utilizzare.”

Norrfjället ‎(LP, Album, Ltd)Nasce in un luogo suggestivo quindi questo Norrfjället (primo album del duo), ma ha già un passato solido fatto di un Ep: Origo, pubblicato nel 2012 per la Monoscope e da un mini-album intitolato Gärdet Session, del 2013 che ha dato i natali alla loro label Klangfigur Audio Artefacts. Primi esperimenti dove la componente elettronica aveva un peso forse maggiore, non tanto nell’utilizzo degli strumenti, quanto nella resa sonora. Anche se già a partire dal primo Ep era forte l’apertura a sonorità fusion (flauto e xilofono) che interagivano perfettamente con gli arpeggi vitrei di un’elettronica in zona Cohen/Turman.

“Abbiamo ascoltato molti dischi di artisti come Tangerine Dream, i primi Kraftwerk, i Cluster, le opere di Brian Eno e Robert Fripp, ma anche alcuni eroi svedesi come Ralph Lundsten, Bo Hansson e Björn J: son Lindh. Siamo costantemente ispirati dai paesaggi sonori che hanno saputo creare. Se  li metti insieme ottieni una musica che è ambient intrisa di Krautrock e speziata con alcune armonie di musica folk svedese.”

Uno scenario che comincia a prender forma e che trova equilibrio definitivo in quella settimana di isolazione passata sulla piccola isola di  Väddö. Nove brani perfettamente immedesimati in una dimensione intima e crepuscolare, a partire da quello d’apertura, Råmton, un gioco di tappeti sovrapposti ed echi polverosi che lascia poi spazio ad un’apertura melodica in chiave cosmica. 50 volt i kranen entra in ipnosi con uno scambio di accordi tra basso e chitarra mentre i synth iniziano a lanciare segnali e l’insieme diventa una jam in una stanza senza pareti. I colori stessi dei suoni suggeriscono un equipaggiamento analogico ed elettrico, poco spazio e poca sintonia con il digitale, impressioni poi confermate dagli stessi.

“Abbiamo portato con noi un po di strumenti come il Moog, un Arp 2600 clone (TTSH), una tastiera Casio, il Korg Polysix, un violoncello, un basso elettrico, una chitarra elettrica, il clarinetto e un mandolino elettrificato. Appena montati tutti gli strumenti abbiamo iniziato a suonare e registrare. Il luogo in cui abbiamo registrato ha fornito un’ottima ispirazione per l’album, puoi sentire un caminetto scoppiettare su uno dei brani…”

Ed entra proprio in una sorta di ipnosi psichedelica già nel terzo brano, Brusa högre lilla synt, dove il clarinetto assume le sembranze di un drone poi smagnetizzato da accordi elettrici di chitarra e trasportato da un freddo vento, l’ultima volta, in maniera così chiara, era accaduto con gli Stars Of The Lid. Självantändning suona come un’oscura soundtrack italiana, con la linea di basso a graffiare su melodie del terrore in un’orgia di violoncello e Moog. Sömnen utan slut è invece un viaggio nello spazio, è come se Umiliani incontrasse Don Cherry in una jam mistica ed eterea. Inlandsbanan è il suono cosmico nella sua essenza, un brano che indaga tanto il krautrock quanto si fa testimone di una serie di circostanze (luoghi) e fattori che hanno contribuito in maniera determinante alla creazione di simili atmosfere.

Un suono che esce senza forzature, senza controllo, un flusso che deve tutto alla tranquillità ed alla sintonia che raggiungono l’apice comunicativo in un meraviglioso brano come Anatidae, una magica sfera ambient al netto di una melodia struggente suonata ancora con il clarinetto. Spiran och äpplet  segue l’onda in un finale intenso che pizzica tutte le corde emotive per poi rilasciare le endorfine nella balearica chiusura di Ensamma berget che lascia defluire le energie tra le onde del mare che si infrangono contro il tramonto.
Un disco che vale tutto il vostro tempo e che sa ripagare come la sincerità del vostro migliore amico.