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Album Reviews /

Sote Arrhythmia

  • Label / Record Label Records
  • Catalog /
  • Format / Digital
  • Released / 06/2015
  • Style /
  • Rating /
    9/101
Sote Arrhythmia

SoteAta Ebtekar esordì nientemeno che su Warp Records nel 2002 con Electric Deaf, artista nato in Iran poi vissuto tra Germania ed America e conosciuto con il nome d’arte di Sote. Un amante della sintesi sonora per sua stessa ammissione, tornato di recente alle stampe con un album per la Morphine Records intitolato Architectonic che rivelava uno studio avanzato della sintesi ma a mio avviso non aveva la perfezione e la purezza di questo Arrhythmia, che è bene precisare sin da subito, è un disco pubblicato soltanto in digitale, e per tanto rappresenta un’eccezione sulla nostra webzine. Eccezione che speriamo possa spingere qualcuno a dare un supporto fisico a questo meraviglioso scorcio sonoro destinato altrimenti a passare inosservato.

Riesco ad avere un colloquio email con Ata, che dopo varie difficoltà dovute alle restrizioni che il governo iraniano applica sulle connessioni internet riesce a rispondere ad alcuni quesiti tramite Facebook.

“La mia musica è basata su un concetto molto semplice, è una continua analisi  su come proporre un’estetica massimalista basandomi sulla sintesi e proponendo sostanzialmente suoni privi di beats. Cerco di creare ritmo senza l’utilizzo di kick, stare o hi-hat, sovrappongo strati complessi di pattern li alterno e li inserisco in delle griglie cercando di evitare un effetto ipnotico, in questa maniera la musica che creo può esser recepita solo da ascoltatori attivi.”

Ed è incredibile come queste parole riflettano il vero quando ci troviamo ad ascoltare un disco intricato come Arrhythmia, nei suoi otto brani ci troviamo di fronte ad una parata di frequenze, cambi di velocità, di tono e di spazio che richiede una certa attenzione. Tempo ripagato dalla sensazione di trovarsi di fronte ad un manufatto ad alta tecnologia. Ho sempre pensato che il concetto di sperimentazione in musica fosse quello di trovare delle alternative a delle pratiche ed a delle strutture di uso comune, senza perdere in comunicatività, ed in questo Sote ha fatto centro, disegnando delle strutture sonore complesse ma che riescono ad esser musicali e compiute mantenendo viva quella sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di dannatamente futuristico.

“La mia passione è la sintesi ed il sound design, in questo momento ho voglia di catturare l’energia della techno e del noise tramite un sound design originale ed una sintesi che si tenga a distanza dalle comuni pratiche.”

Esperimento riuscito in pieno, perché tra le pieghe di questi strati sonori sono celati grooves angolari dalla potenza inaudita, brani che potrebbero esser tranquillamente miscelati in un set techno appunto.
Vertigini hardcore, atmosfere rave, scienza electro ed estetica industrial in un album che cela, neanche troppo ben nascosto, un coraggioso messaggio politico che sembra voler gridare che un futuro è possibile e neanche troppo lontano.