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Album Reviews /

Patrice Scott Euphonium

  • Label / Sistrum Recordings
  • Catalog / SIS-Euph-LP
  • Format / Vinyl
  • Released / 05/2015
  • Style / ,
  • Rating /
    9/101
Patrice Scott ‎– Euphonium

Fa pensare alla resistenza questo primo album di Patrice Scott, detroitiano, uno che negli ’80 era già nel cuore della faccenda a metter dischi in un contorto momento storico nel quale i motori erano accesi e roboanti ma divisi in piccoli focolai destinati a cambiare le regole nel mondo della musica elettronica. Potete leggere una delle derivazioni di quei focolai in questo articolo nel quale abbiamo raccontato la storia degli Underground Resistance, ma è bene sottolineare quanto Detroit fosse culla e laboratorio di molti altri esperimenti che hanno poi fatto storia a se completando ed ampliando quanto fatto dagli UR in ambito techno.

Patrice ScottPatrice Scott ha cominciato a produrre musica nel 2006, un periodo lontanissimo dai fasti della motor city, anzi, se vogliamo, nel pieno del un declino creativo della “vecchia guardia” che non aveva più trovato la giusta chiave di lettura avanguardista per il proprio suono. Il merito di Patrice Scott è stato quello di aver saputo assorbire tutti gli umori della city ed essersi preso il tempo per elaborare un suono che sapesse fonderli tutti nelle giuste dosi, proponendoci, attraverso la sua Sistrum Recordings, un percorso sonoro tanto immerso in vicende techno quanto in quelle house.


Euphonium
viene pubblicato in un doppio vinile nel quale Scott riesce a raccogliere una montagna di idee ed a tradurle in maniera mirabile in una serie di brani corrosivi ed estremamente centrati tanto nel perfetto bilanciamento stilistico quanto nell’urgenza di raccontare una città sofferente e di infondere una nuova speranza. L’album suona proprio così, ed inizia con un brano il cui titolo è tutto dire: A Detroit State Of Mind. Basta l’alternanza di pads iniziali a proiettarci in una città allo stremo delle forze, mente e corpo sono subito assorbiti da questo sanguinante mood, è un preludio dovuto, intelligente, sembra volerci indurre a confrontarci con la sua realtà, e lo fa anche quando esplode il ritmo, continuando a sostenere quella sua melodia drammatica che riesce però a far affiorare una certezza, Detroit è viva, Detroit sta resistendo e lottando ancora.

E’ un disco che riesce a mantenere un’eleganza fuori dal comune, considerando che il groove è a volte arcigno come in Escapism o in The Dark Dance, ma è la costante “musicale” a tessere ovunque momenti sofisticati dove il produttore riesce a trovare una poetica perfetta tra tastiere, basso e drum machines. Gira tutto intorno ad un fondante concetto deep house morbido che trova innumerevoli spiragli di fuga in affondi ritmici più tendenti alla techno o in stesure melodiche a cavallo tra l’ambient e la techno sci-fi.

Hysteria, brano di chiusura del secondo lato, riesce ad incorporare tutte le diverse sfaccettature, da un’appeal cinematico ad un groove oscuro e profondo ad una melodia grave quanto intensa ed emozionante. Caratteristiche che testimoniano un percorso di vita oltre che artistico, e sembrano mostrarci un uomo che ha fatto tesoro di ogni input, di ogni bagliore ed anche di ogni triste tramonto per coltivare poi la sua forma comunicativa.

Sono nove meravigliosi brani che alternandosi tra techno, house ed ambient raccontano di una città che vuol riprendersi il suo spazio, di una musica che ha bisogno ancora di credere nel futuro e di un artista che è riuscito a trovare un linguaggio sofisticato ma in grado di esser recepito da tutti. Non c’è spazio per estetiche calcolate, per trick furbi o per messaggi privi di contenuto, ci sono delle idee ben scritte, dei sentimenti profondi ed una sana speranza in una luce nuova.