A distanza di alcuni anni, Patricia torna su Opal Tapes concependo Bem Inventory, un nuovo mini-album di 6 tracce dal notevole ardore raw: una traversata intensa, tra ritmi corposi e melodie opache, in cui spicca la feature con il canadese Cloudface.
Una release che mantiene una solida impronta sonora, sospesa tra ambienti cupi e rarefatti, ma che a tratti riesce a travolgerti con linee di synth strappa-cuore, oltre che con ritmiche cariche e dinamiche, fresche di jam ben orchestrate. L’imprint si riflette sin dalla prima traccia nell’evanescente atmosfera di ‘Mercury In Retrograde’, un brano per certi versi gelido e decadente, che ci porta a intravedere la fine di un viaggio ancor prima del suo inizio. A ridare vigore a questo breve incipit ecco ‘Just Visiting’ nata, per l’appunto, da dalla mente di Max Ravitz e David Reynolds con esemplare piglio propulsivo: una scarica di techno oscura, grezza e senza fronzoli.
Da qui in poi, seguono i vari tasselli di un tragitto che sembra essere costruito in varie sessioni live, pregne di quella manualità così calda e feticcia che tanto è trasmessa nell’arrangiamento dei sei brani, quanto nella cospicua quantità di noise frusciante che amalgama e avvolge a dovere melodia e groove di ognuno di essi: da ‘Life Is A Hideous Thing’ a ‘Needs A Nap’, passando per ‘Bed Of Nails’, la storia non cambia, a vincere è il connubio tra anima deep e concretezza techno.
Chiude ‘Hadal Zone’: una marcia drittissima, quasi inarrestabile, che fa capo al background Chicago dell’artista e che viaggia su una perfetta sinergia tra basso e cassa, avvicendati da clap scattanti e hats pronti a graffiare. Sound ruvido a cui non è permesso resistere.