The Wandering II Compilation, in uscita ad inizio settembre in triplo CD, è la seconda tappa di un viaggio intrapreso dalla mente illuminata di Jamie McCue nel 2010 (release del primo various “Wandering”), che con la sua Silent Season continua a tracciare un percorso esemplare ad ogni nuova release grazie a una visione del tutto autentica e trasversale su stili quali ambient, techno e dub: la natura come filo conduttore di un’idea sonora solida che si esprime attraverso la metafora dell’esplorazione e del paesaggio ambientale.
“The Wandering Compilation is named after the Wandering tree, a Big Leaf Maple that grows very slowly near the beach by my house. I sit under this tree to ponder and watch the ocean. It’s a favourite place to relax with music and contemplate life.” [www.silentseason.com]
Questo nuovo capitolo, si presenta, infatti, come una visione d’insieme improntata prettamente sull’ascolto delle suddette sonorità: la matrice globale che guida il concept dell’uscita, riunendo quindi molteplici artisti, dispensa la possibilità di una completa full-immersion in ambienti foschi, atmosfere grigie e piovose e panorami dal fascino evocativo, per una durata d’ascolto complessiva di quasi quattro ore.
Nulla di nuovo, quindi, nel ribadire quanto la musica che contraddistingue questa etichetta abbia una forte connotazione legata all’introspezione vista e vissuta attraverso ciò che ci circonda: ‘wandering’ presuppone proprio questo, un vagare libero, lento e spesso inconsapevole.
Il primo brano che apre la compilation è del trio Legiac, in cui a smuovere la nostra sensibilità ritroviamo field recordings che svaniscono in favore di note distanti: una traccia da pelle d’oca, che imposta da subito il cammino che stiamo per intraprendere. Le prime sei tracce poste in successione si focalizzano principalmente sul fattore ambientale, ricercando un’entità sonora ben precisa e campeggiando in una dimensione meditativa che ingloba allo stesso tempo esplorazione e stupore: dalle derive dub di casa Sonitus Eco alle atmosfere tetre di Birds of Prey con The Surface, ci dirigiamo verso l’esemplare qualità minimale di Kanthor con Hegemony, passando per i fruscii di Brother Blue – Summoning UFOs.
A seguire, A.P. e Aesthes virano su ritmiche ben più definite: ‘Interdimensional 2.0’ si destreggia tra casse spezzate e morbidi hats in azione continua, mentre Amphibians si fonda su una struttura più lineare e posata, luogo d’incontro tra deep e techno. A segnare un punto di svolta nel lungo viaggio tra i 28 brani sono proprio queste due composizioni: da qui in poi si aprono varie diramazioni stilistiche, che pian piano si arricchiscono grazie a ritmi evolutivi più presenti. Da Tuesday Evening di Inanitas a Sunyata di Michal Wolski il flusso di energie sensoriali si infittisce, i groove sono morbidi e oscillano nella densa nebulosa dub che li avvolge. Tra queste opache istantanee sonore, spunta il redub di Something Blue a cura di Brando Lupi: pura break sublimata da glitch algidi.
Si prosegue con lo statunitense ASC, prossimo a una nuova pubblicazione in singolo proprio sulla label canadese: la sua traccia segna un secondo lieve cambio di rotta nel various, pur tenendo fede all’idea di ricercatezza e profondità del suono che contraddistingue ogni composizione. Per un attimo quindi, iniziamo a viaggiare su groove costruiti in 4/4 che acquistano sempre più vigore oscuro e mistico, come Ananké di Hydrangea o Continuando A Sognare dell’italiano Alfredo Mazzilli, per poi sconfinare in un’estatica fase di alienazione al suonar di Forgotten Gods (CD n°3), curata alla perfezione nella sua aura spirituale da Mon0. Da segnalare Nærvær di As If, che isola l’ascoltatore in una velo a dir poco surreale, modellando chord limpidi e ariosi. Chiude Retaw di Mr Zu, che dipinge 6 minuti di synth-line e beat spezzati, armonizzati in una sfumata chiave cosmica.
The Wandering II è una di quelle gemme che la stagione appena trascorsa ci ha lasciato in eredità con gli occhi puntati al prossimo lungo inverno. Il consiglio è quello di farvi avvolgere in pieno da tutta la musica racchiusa in questa splendida compilation per non perderne nessuna profonda vibrazione: must have!