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Album Reviews /

Gerhard Heinz, Orchester Michel Dupont Jess Franco’s Bloody Moon

  • Label / Director's Cut, Stella International
  • Catalog / DC 88003
  • Format / Vinyl
  • Released / 11/2015
  • Style / , ,
  • Rating /
    9/101
Orchester Michel Dupont, Gerhard Heinz - 'Jess Franco's Bloody Moon (Original Motion Picture Soundtrack) 300x300
  • ITALIANO
  • ENGLISH VERSION

Un anno di lavoro, migliaia di euro investiti, un progetto in 85 tracce. Quando i numeri impressionano e, soprattutto, fanno la differenza, i commenti divengono quasi del tutto superflui. L’assurda edizione in vinile di “Jess Franco’s Bloody Moon” (2015) è destinata a passare alla storia.

Rilasciata per conto di Director’s Cut e Stella International, una divisione della Private Records di Janis Nowacki, la colonna sonora in triplo vinile per uno dei più turbolenti splatter di sempre, il fortunato “Bloody Moon” (1981) di Jess Franco, rappresenta un unicum di proporzioni bibliche.

Da scongiurare subito l’idea di un mero oggetto da collezione. Tra i solchi è stata incisa un’autentica dichiarazione d’amore nei confronti della musica diretta da Michel Dupont e firmata da Gerhard Heinz, riportata in tutta la sua interezza, con oltre 40 brani dalla durata inferiore a un minuto.

Jess Franco's Bloody Moon 1Una stampa di tale caratura diviene, poi, anche un’occasione per comprendere fino a che punto un certo quantitativo di musica è sovrapposto a determinati fotogrammi. Il che giustifica i sei lati di “Jess Franco’s Bloody Moon”, in grado di offuscare persino i prodotti delle major internazionali.

Così, sette lustri dopo, l’anziano compositore ha potuto ascoltare per la prima volta uno dei suoi lavori, forse, più sperimentali, di difficile collocazione, perché in bilico tra aperture disco, bagliori krautrock, oscuri inserti ambient e il synth-pop tanto in voga all’inizio dei ‘plastici’ anni Ottanta.

La sua ricerca in note è da allineare a quella dell’etichetta tedesca dal nome tutto italiano, abile nell’inseguire rarità del calibro di “Il Giustiziere Della Strada” (2015) di Detto Mariano e attenta nel riprodurre interessanti album come, ad esempio, “Concorde Affaire ’79” (2014) di Stelvio Cipriani.

Setacciare la discografia di Gerhard Heinz, e acquisirne i diritti, è stata un’operazione tanto faticosa quanto costosa, ma consegna ai posteri l’ennesimo manufatto sonoro di altissima qualità, degno successore delle gioiose colonne sonore “Sex Fever” (2014) e “The Pussycat Syndrome” (2015).

Don’t panic… it only happens once in a… Bloody Moon!

“Bloody Moon” è uno dei 170 lungometraggi diretti da Jesús Franco, regista spagnolo iperattivo tra 1959 e 2012. L’irrefrenabile voglia di filmare lo ha spinto a confrontarsi con generi diversi tra loro – gotico, slaher, erotico, gore, onirico, hard – firmando in media almeno tre pellicole l’anno.

Fedele al motto del collega Luis García Berlanga, secondo il quale tutto ciò che occorre per fare cinema è «¡una cámara y libertad!», Jess Franco, ricorrendo a vari pseudonimi ispirati al mondo del jazz, ha sempre cercato una via alternativa a tutto ciò che è stato bollinato come cinema di serie B.

Nella sua bulimica filmografia, “Bloody Moon” si colloca dopo “Mondo Cannibal” (1980) e “Sadomania” (1980), rispettivamente un cannibalico, in scia a “Cannibal Holocaust” (1980) di Ruggero Deodato e “Mangiati Vivi!” (1980) di Umberto Lenzi, e un horror a sfondo sexy.

Jess Franco's Bloody Moon 2Ispirato da “Halloween” (1978) di John Carpenter e da “Venerdì 13” (1980) di Sean S. Cunningham, “Bloody Moon” è conosciuto in Italia come “Profonde Tenebre”, quasi a suggerire una connessione con il più celebre “Profondo Rosso” (1975) di Dario Argento, di per sé un thriller.

La pellicola racconta la bizzarra vicenda di Mark, giovane dal volto sfigurato, che violenta e uccide a forbiciate una ragazza. Anni dopo, uscito dal manicomio, si trasferisce dall’anziana e paralitica zia ed è posto sotto la custodia della sorellastra Mandy, con cui ha avuto una relazione incestuosa.

Nel college sito nei dintorni della loro tenuta, alcune studentesse in preda agli ormoni sono costrette a sfuggire dalla furia di un misterioso killer che inizia a massacrarle una a una nei modi più efferati. Sono tutte amiche di Angela, la ragazza di cui si è invaghito Mark, con atteggiamenti da stalker.

Co-produzione ispano-tedesca, “Bloody Moon” non brilla né per gli attori, abbastanza anonimi, né per l’intreccio, semmai incuriosisce per gli effetti speciali. Un tripudio di sangue a carne lacerata. L’assassino indossa la maschera di Topolino e si diletta sia con il coltello che con la motosega.

Notevole la sequenza che segue il suo morboso avvicinarsi alla vittima di turno: la seguente coltellata nella schiena è così profonda che la lama fuoriesce dal capezzolo. Da alta tensione la soggettiva tramite i fori per gli occhi, così come le inquadrature alternati tra volti terrorizzati e non.

Singolari i giochi di luce, tipici della filmografia di Mario Bava, per illuminare le singole scene in modo irreale mediante vari cromatismi. A beneficiarne è, spesso, il personaggio di Mandy, una sorta di femme fatal attratta dalla Luna come un licantropo. L’ennesimo richiamo a un altro cinema.

“Bloody Moon”, vietato in alcuni paesi, scorre abbastanza veloce e, nel complesso, è piacevole da vedere. Oltre i rimandi ad altrui pellicole, le commistioni sussistono anche fra stili musicali, il commento di Gerhard Heinz sembra pagare tributo non solo agli anni Settanta appena trascorsi.

Jess Franco's Bloody Moon 3Melodie oniriche, temi ballabili, bolle psichedeliche. In linea con un trend allora comune, la colonna sonora mescola suoni cupi e particolarissimi a quelli più allegri e scanzonati come, ad esempio, Love In The Shadow Part 1 e Holiday Feeling (Unreleased 12” Version) sul lato A.

Motivi orecchiabili presenti anche sul lato B come, ad esempio, Go Get A Kick e Samba Tropical. C’è spazio pure per una romantica traccia vocale, Oh Sensualita, uno scatenato shake, Pride Rock’n Roll, e un insolito skip, affatto errore di fabbricazione, in Oh Sensualita (Skipping Record Scene).

Da segnalare, Spanish Guitar Folk, utile per rimarcare l’ambientazione ispanica, il cui arpeggio ricorda molto da vicino quello della hit Born To Be Alive di Patrick Hernandez. In maggioranza, le tracce ambientali del lato C sono, invece, quelle ascoltabili durante le varie sequenze di suspense.

Sonorità simili sono parimenti riscontrabili sul lato D, con l’eccezione della scatenata e cantata Disco Nights. Ancora, sul lato E, fa bella figura il più profondo e orchestrale Bloody Moon Theme. Infine, parentesi sperimentali e versione alternative affollano il lato F. Nessuna è da tralasciare.

A year of work, thousands of euros invested, a project in eighty-five tracks. When the numbers are impressive and, above all, make the difference, the comments become almost superfluous. The absurd vinyl edition of “Jess Franco’s Bloody Moon” (2015) is destined to go down in history.

Issued on behalf of Director’s Cut and Stella International, a division of the Janis Nowacki‘s Private Records, the triple vinyl soundtrack for one of the most turbulent splatter of all time, the lucky “Bloody Moon” (1981) by Jess Franco, is a biblical proportions unique.

To ward off immediately the idea of a mere collector’s item. Between the grooves it was engraved a genuine love declaration for the music directed by Michel Dupont and signed by Gerhard Heinz, shown in all its entirety, with over forty tracks from less than one minute.

Jess Franco's Bloody Moon 1A print of this caliber becomes, then, also an opportunity to understand how much a certain amount of music can be superimposed on certain frames. That justifies the six sides of “Jess Franco’s Bloody Moon”, able to blur even products of international majors.

Thus, thirty-five years later, the elder composer has been able to hear for the first time one of his works, perhaps, more experimental, difficult to place, because in the balance between disco openings, krautrock glows, dark ambient inserts and synth-pop shades so much in vogue at the beginning of the ‘plastic’ eighties.

His research notes is to be aligned to that of German label with Italian name, proficient in chasing a rarity as “Exterminators Of The Year 3000” (2015) by Detto Mariano and careful in releasing again interesting album as, for example, “Concorde Affaire ’79” (2014) by Stelvio Cipriani.

Sift Gerhard Heinz’s discography, and acquire the rights, was an operation as tiring as costly, but it has delivered to posterity another high quality sound artifact, worthy successor of the joyous soundtrack “Sex Fever” (2014) and “The Pussycat Syndrome” (2015).

Don’t panic… it only happens once in a… Bloody Moon!

“Bloody Moon” is one of hundreds movies directed by Jesús Franco, hyperactive Spanish artist between 1959 and 2012. The irresistible urge to film prompted him to confront with very different genres – gothic, slaher, erotic, gore, dream, hard – signing an average of at least three movies a year.

True to the motto of his colleague Luis García Berlanga, according to which all that is necessary to make cinema is “¡una cámara y libertad!”, Jess Franco, using various pseudonyms inspired by the world of jazz, has always sought an alternative to all what it was labeled as B-movies.

In his bulimic filmography, “Bloody Moon” comes after “Mondo Cannibale” (1980) and “Sadomania: The Hell Of Passion” (1980), respectively, a cannibalistic, in the wake “Cannibal Holocaust” (1980) by Ruggero Deodato and “Eaten Alive!” (1980) by Umberto Lenzi, and a sexy background horror.

Jess Franco's Bloody Moon 2Inspired by “Halloween” (1978) by John Carpenter and “Friday The 13th” (1980) by Sean S. Cunningham, “Bloody Moon” is known in Italy as “Profonde Tenebre”, suggesting a kind of connection with the most famous “Profondo Rosso” (1975) by Dario Argento, in itself a thriller.

The film tells the bizarre story of Mark, a young with disfigured face, who rapes and kills a girl with scissors. Years later, out from the mental hospital, he moved to the old and paralytic aunt and placed under the custody of his stepsister Mandy, with whom had an incestuous relationship.

In in the college sited near their house, some students in the throes of hormones are forced to escape from the fury of a mysterious killer who begins to smash one by one in the most heinous ways. They are all friends of Angela, the girl who Mark falls in love, with stalking attitudes.

Spanish-German co-production, “Bloody Moon” does not shine nor the actors, quite anonymous, nor the plot, but intrigues for special effects. A bloody riot in torn flesh. The murderess wears the Mickey Mouse mask and has fun both with the knife and the saw.

The remarkable sequence that follows its morbidly approach to the victim of the moment: the following knife in the back is so deep that the blade comes out of the nipple. Another high voltage sequence is the subjective through the holes for the eyes, as well as shots alternated between terrified faces and not.

Unique play of light, typical of Mario Bava‘s filmography, to illuminate the individual scenes in an unreal way using various colors. Who takes adventage of that is often the character of Mandy, a kind of femme fatal attracted to the moon as a werewolf. The umpteenth call to another cinema.

“Bloody Moon”, banned in some countries, runs fast enough and, overall, is nice to see. Besides the references to other movies, the comminglings also exist between musical styles, Gerhard Heinz’s comment seems to pay tribute not only to the just passed seventies.

Jess Franco's Bloody Moon 3Dreamlike melodies, danceable themes, psychedelic bubbles. In line with a common trend, the soundtrack mixes dark and special sounds to the more cheerful and light-hearted as, for example, Love In The Shadow Part 1 and Holiday Feeling (Unreleased 12 “Version) on side A.

Catchy tracks are also present on the B side as, for example, Go Get A Kick and Samba Tropical. There is also space for a romantic song, Oh Sensualita, a wild shake, Pride Rock’n Roll, and an unusual skip, not a manufacturing error, Oh Sensualita (Skipping Record Scene).

To remember, Spanish Guitar Folk, useful to point out the Hispanic environment, whose arpeggio closely resembles that of the hit Born To Be Alive by Patrick Hernandez. In the majority, the ambient tracks of side C are, instead, those listenable during the various suspense sequences.

Sounds like that are also found on side D, with the exception of the unleashed and sung Disco Nights. Still, on side E, you can appreciate the deepest and orchestral Bloody Moon Theme. Finally, experimental and alternative versions throng side F. None must be excluded.