Il secondo appuntamento sull’esaltazione dell’istante in tutte le sue forme prende il nome di “Tiento De La Luz” (2016) e si pone in maniera progressiva tra il precedente “Tiento De Las Nieves” (2014) e il futuro ultimo capitolo della serie, “Tiento De La Oscuridad”. Il seguito e l’avvenire di una ricerca povera di dualismi e carica di relatività che a sua volta si ridefinisce con una nuova immagine luminosa e delle nuove risonanze.
Questa forma musicale, la quale origine è rintracciabile nella musica spagnola del XVI secolo, è di particolare importanza per la comprensione dell’esercizio di Thomas Köner per ridurre le difficoltà crescenti di lettura. Focalizzando l’attenzione sulla tecnica sarà più facile accedere a tale sperimentazione. La raccolta include un piacevole coordinamento artistico che parte dalla copertina in cui è possibile incontrare l’immagine scelta.
La versione regolare dell’album per Denovali Records è distribuita in vinile nero 180 grammi ed è composta da sei brani che si susseguono con il medesimo titolo Tiento De La Luz, accostati ad una numerazione crescente. La relazione tra il paesaggio ed in questo caso la luce si dissolve in uno spazio aperto e di vivace composizione.
Nel concepire la dinamicità di questo lavoro risulta in rilievo la scelta degli strumenti; momento che segna su un semplice piano delle diversità con il precedente lavoro da solista con leggeri accenni alla presenza di un pianoforte (Ivana Neimarevic) e su un piano più complesso la constatazione di un linguaggio che si è ulteriormente raffinato. La transitorietà e il relativismo di un simile volto teatrale bianco vede, oltre ad una manipolazione elettroacustica dei suoni da parte di Thomas Kröner, anche un’altra serie strumenti: il pianoforte in diversi momenti, le percussioni e la viola da gamba.
There is a sense of place (topos) at the core of my works. I travel around the world and record sounds and images. They are unique voices of these locations, but I am aware that these expressions are just surface effects. The creative process, my work, evolves from my understanding of that sense of place and its radiance. It provides me with a strategy and also sparks the basic intuition of my art, slowly radiating from its center to the outside, where it will eventually appear in the aesthetic register, as beauty. For the understanding of sense of place it is helpful to exclude what is not (Thomas Köner, tratto da “Topografia del vuoto”).
Il tentativo di rendere la tecnica un territorio di sperimentazione continua permette all’artista di concentrare tutta la sua attenzione sulla sua ispirazione riguardo i luoghi e le tonalità, liberandosi lui stesso dalle proprie determinazioni e limitazioni. L’ascolto è aperto, può essere definito talvolta personale, ma nelle linee guida anch’esso delinea una poetica.
The only expression that is independent and able to communicate itself is tone colour. Tone colour is not a sign, but a spectral power that enables resonance. And as it became clear, the mysterious seed, the topos of all sonic expression, lies in tone colour, or better, lies in the awareness of it, which is its resonance (Thomas Köner, tratto da “Topografia del vuoto”).