- ITALIANO
- ENGLISH VERSION
Ho scoperto il mondo delle colonne sonore andando, da piccolo, al cinema Delle Provincie di Roma per vedere pellicole tipo “Il Gatto A Nove Code” (1971), “Profondo Rosso” (1975), “Tentacoli” (1977) o “Bermude: La Fossa Maledetta” (1978). In Italia, purtroppo, si sono smarriti certi valori artistici dopo gli anni Settanta. Fa impressione ripensare a ciò che combinava un regista quale Mario Bava nonostante gli scarsi budget a disposizione.
Uno dei più creativi artisti tricolori vive lontano dall’Italia. Eppure l’influenza di un certo sound mediterraneo scorre nelle sue vene più forte che mai. Alex Puddu è un multi-strumentista di origini romane, ma trapiantato in Danimarca da quasi trent’anni. La batteria il primo amore, le colonne sonore un autentico pallino, i trascorsi rock, gli ultimi con il gruppo The Moonfires, un altro piacevole tratto del suo vasto background musicale.
“In The Eye Of The Cat” (2016) è il suo sesto studio album, secondo di una trilogia su Schema volutamente vintage, che strizza di continuo l’occhio proprio a quelle partiture di maestri nostrani che hanno conquistato il cuore di appassionati in giro per il mondo. Il primo, “Registrazioni Al Buio” (2013), si permeava di atmosfere dense di tensione, tra suoni tanto eterei quanto psichedelici e la voce di colei spesso presente nel corso della carriera di Ennio Morricone.
Un giorno mi sono fatto forza e ho chiesto al proprietario dell’etichetta, Luciano Cantone, di aiutarmi a trovare l’approccio con Edda Dell’Orso. Quando l’ho chiamata, è rimasta di stucco per ciò che conoscevo dei suoi trascorsi. È stata lieta di aiutarmi e non ha voluto ascoltare i demo. L’ultimo giorno a Milano, durante le session di “Registrazioni Al Buio”, ho preparato Il Mare Dietro La Porta solo per lei. In una notte. È il brano, incluso solo nella versione cd, che mi più mi sta a cuore.
La collaborazione tra Alex Puddu e Edda Dell’Orso, senza dimenticare l’apporto di suo marito Giacomo agli arrangiamenti, è proficuamente proseguita per alcune tracce di “In The Eye Of The Cat”, album segnato sin da principio da un titolo dai connotati ‘zoonomici’, come i film di Dario Argento, di cui l’artista residente a Copenaghen è un grande fan. Oltre il contributo dell’ospite d’onore, l’amore per jazz, funk, soul. Tre generi accomunati da una sola parola: calore.
La stessa che è stata propria anche di due divertenti esperimenti, cioè “The Golden Age Of Danish Pornography” (2011) e “The Golden Age Of Danish Pornography Vol. 2” (2014), utili per scaldare i freddi ambienti di datati porno danesi, a cui mancava un commento sonoro prima di essere rimessi sul mercato in dvd. Una coppia di prodotti di assoluto pregio, dai toni suadenti, delizia per gli orecchi più fini, con il multi-strumentista intento a tratteggiare trame eleganti e sexy.
Non provengo dal jazz come tanti altri bravi artisti sotto contratto con Schema. Ho un passato da batterista rock e funky. Insomma, sono la ‘pecora nera’ dell’etichetta milanese. Di certo, non vado mai alla cieca, perché ormai conosco abbastanza i trucchi del mestiere. Raramente sbaglio i riff di chitarra o i giri di basso, perciò sono consapevole che, se resto entro i miei limiti, realizzerò cose semplici ma speciali nel loro piccolo.
Non mi reputo un musicista così virtuoso o tecnico. Se lo fossi stato, avrei tentato l’assalto sulla scala delle note e chissà quali risultato avrei ottenuto, forse un’overdose di suoni. A me piace ‘colorare’ con la musica. E il terzo lavoro della mia trilogia sarà più astratto. Da come sta nascendo, sono già molto contento, vista il prosieguo della collaborazione con Giacomo Dell’Orso, che mi orchestra archi, fiati e canti gregoriani.
Un lavoro infernale e tenebroso costituirà, dunque, l’alter ego del più solare “In The Eye Of The Cat”. Oltre l’erotico nordico, il thriller e il poliziottesco. O, semplicemente, il giallo. La stessa tonalità dei raggi del Sole. Realizzato il sogno di comporre una vera e propria colonna sonora, Alex Puddu ha continuato su questa falsariga, ma per immagini che non sono state girate nella realtà, ma esistono soltanto nel suo subconscio. In costante odor di revival.
Compongo, produco e suono allo stesso istante. I brani melodici hanno uno schema alle spalle e sono stati ideati con chitarra acustica e organo, quelli strumentali sono, invece, più improvvisati. Mi piace iniziare con le percussioni, come in The Bull, mentre nel caso di Magic Mountain tutto gira intorno al bouzouki, perché avrò ascoltato “Suspiria” (1977) dei Goblin circa un miliardo di volte e qualcosa è ormai dentro e parte di me.
Pagare dazio al passato è un’operazione complessa. Provare a rinverdirlo ancora di più. Riuscirci con successo significa aver maturato capacità compositive e grande feeling in sala prove con i vari collaboratori. “In The Eye Of The Cat”, al pari di “Registrazioni Al Buio” non difetta, infatti, di personalità. Entrambi non sono dischi di cover, ma contenitori di istantanee extra-cinematiche. E di sensazioni proprie dell’artista, scultore di un groove quanto mai rotondo.
Il lato A dell’album prende il via con l’intrigante Danza Delle Ombre In Algeria. Le percussioni sono già calde. La pausa a metà traccia serve a prendere fiato, perché la successiva Emerald, con il flauto in primo piano, irrompe con una cascata di suoni e, parimenti, s’interrompe, forse, sul più bello. Il Sogno, La Luna, è, invece, un brano disteso, armonico, che scivola via grazie alla melodica voce di Edda Dell’Orso che, nonostante l’età, seduce e incanta.
I sintetizzatori entrano in scena, poi, in Immersioni. L’introduzione è delle migliori, la suspense cresce di secondo in secondo. Dopodiché, una lenta trasformazione, il sassofono e memorie di atmosfere da tagliare o già tagliate con il coltello, specie se impugnato da una mano con un guanto nero. The City Of Gold è più breve, romantica e segnata nuovi vocalizzi. Notevole la somiglianza con i temi di certe pellicole degli anni Settanta. Idem la bellezza.
Il lato B riparte dalla funky The Bull, il trascinante singolo estratto anche in 7” (2015) quale antipasto collezionistico in attesa del piatto principale, in bilico tra bassi e fiati. Gli stessi che attraversano e connotano Mood Psychedelico, in cui il rumore del vento diviene il filo conduttore. Una traccia d’evasione, preludio al misticismo di Magic Mountain. Dopo la sponda nord del Mediterraneo, Alex Puddu omaggia così le sue sponde in Asia Minore.
La title-track riprende, poi, il verso stridulo simil Hornitus Novalis – un animale di fantasia presente e risolutore del caso in “L’Uccello Dalle Piume Di Cristallo” (1970) – e spinge forte sull’acceleratore. Infine, Una Donna Allo Specchio, o il brano lounge ideale per concludere alla grande la seconda parte di un progetto parzialmente vocale, che in cd annovera anche la bonus track Terra E Fuoco, con la mente nel passato e il resto del corpo intento a muoversi. A ritmo.
I discovered the world of soundtracks going as a child to the cinema Delle Provincie of Rome to see movies such as “The Cat O’ Nine Tails” (1971), “Deep Red” (1975), “Tentacles” (1977) or “Bermuda: Cave Of The Sharks” (1978). In Italy, unfortunately, some major artistic values are now completely lost after the Seventies. It is impressive to think about what a filmmaker like Mario Bava could do despite a limited budget.
One of the most creative tricolor artists live far from Italy. Yet the influence of a certain Mediterranean sound flows through his veins stronger than ever. Alex Puddu is a multi-instrumentalist of Roman origin who moved to Denmark almost thirty years ago. Drums were his first love, soundtrack an authentic mania, rock experiences, the last with the group of The Moonfires, another pleasant stretch of his vast musical background.
“In The Eye Of The Cat” (2016) is his sixth studio album, the second of a deliberately vintage trilogy on Schema, which squeezes eye precisely to those scores of our own masters who have won the hearts of fans around for the world. The first, “Registrazioni Al Buio” (2013), is permeated with dense atmospheres of tension, between ethereal and psychedelic sounds and the voice of the woman often present during Ennio Morricone‘s career.
One day I got strength and I asked the label owner, Luciano Cantone, to help me find the approach with Edda Dell’Orso. When I called, she was speechless for what I knew of her past. She was happy to help me and did not want to listen to the demo. The final day in Milan, during the sessions of “Registrazioni Al Buio”, I prepared Il Mare Dietro La Porta just for her. In one night. It is the song, then included in the CD version of the album, much close to my heart.
The collaboration between Alex Puddu and Edda Dell’Orso, without forgetting the contribution of her husband Giacomo to the arrangements, has successfully continued for some tracks of “In The Eye Of The Cat”, album marked from the beginning by a title connoted by ‘animal’ traits, like Dario Argento‘s films, whom the artist living in Copenhagen is a big fan. Besides honor guest contribution, love for jazz, funk, soul. Three genres united by one word: warmth.
The same that also bound other two fun experiments, ie “The Golden Age of Danish Pornography” (2011) and “The Golden Age of Danish Pornography Vol. 2” (2014), useful to warm up the cold environment of dated Danish porn, who lacked a comment before being put back on the dvd market. A pair of absolute quality products, from mellow tones, delight for the finest ears, with Italian multi-instrumentalist intent on outlining elegant and sexy plots.
I do not come from jazz like so many other talented artists under contract with Schema. I have a past as a rock and funky drummer. In short, I’m the ‘black sheep’ of the label. Of course, I never go blind, because now I know the tricks of this work. Rarely I miss guitar riffs and bass lines, so I know that if I stay within my limits, will realize simple things but special in their smallness.
I am not such a virtuoso musician or a technician. If I had been, I would have attempted the assault on the note scale and who knows what result would have got, perhaps an overdose of sounds. I like ‘color’ with the music. And the third work of my trilogy will be more abstract. How is being born, I am already very happy, because goes on the the collaboration with Giacomo Dell’Orso, who is running orchestration for strings, winds and Gregorian chants.
A hellish and gloomy job will constitute, therefore, the alter ego of the sunnier “In The Eye Of The Cat”. Besides the Nordic erotic, thriller and poliziottesco. Or, simply, giallo. The same shades of the Sun’s rays. Catched the dream of composing a real soundtrack, Alex Puddu has continued along these lines, but for images that have not been turned into reality, which only exist in his subconscious. In a constant revival odor.
I compose, produce and sound at the same instant. The melodic songs have a pattern behind and are designed with acoustic guitar and organ, instrumental ones are, however, more improvised. I like to start with the drums, as in The Bull, while in the case of Magic Mountain everything revolves around the bouzouki, because I have listened to Goblin’s “Suspiria” (1977) Goblin about a billion times and something is now in and part of me.
Paying duty to the past is a complex task. Try to refresh it even more. To do it successfully means have matured compositional skills and great feeling in the rehearsal room with various collaborators. “In The Eye Of The Cat”, as “Registrazioni Al Buio”, is not lacking, in fact, personality. Both are no records of covers, but containers of extra-cinematic snapshots. And the artist’s own feelings, sculptor of a round and velvet groove.
Side A of the album kicks off with the intriguing Danza Delle Ombre In Algeria. Percussions are already hot. The break in the track is used to catch one breath, because the next Emerald, with flute in the foreground, bursts with a cascade of sounds and, also, interrupted, perhaps, at its most beautiful. Il Sogno, La Luna, is, however, a relaxed song, harmonious, which is slipping away thanks to the melodic voice of Edda Dell’Orso who, despite her age, seduces and enchants.
Synthesizers are on the scene, then, in Immersioni. The introduction is one the best passages, the suspense grows second by second. After that, a slow transformation, the saxophone and memories of atmosphere to be cut or pre-cut with a knife, especially when challenged by a hand with a black glove. The City Of Gold is shorter, romantic and marked by new vocals. Notable is the resemblance to the themes of some Seventies movies. Same as beauty.
Side B starts from funky The Bull, the rousing single released also in 7” (2015) as a starter collector waiting for the main course, in the balance between bass and wind instruments. The same which cross and connote Mood Psychedelic, where the wind noise becomes the main theme. An escape track, a prelude to the mysticism of the Magic Mountain. After the north shore of the Mediterranean, Alex Puddu honors in this way its banks in Asia Minor.
The title-track takes, then, the screeching like Hornitus Novalis – a fantasy animal present and solver of the event in “The Bird With The Crystal Plumage” (1970) – and pushes hard on the accelerator. Finally, Una Donna Allo Specchio, or the ideal lounge track to end the great second part of a partially voice project, which also includes the bonus track Terra E Fuoco on cd, with the mind in the past and the rest of the body intended. On the rhythm.