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Ennio Morricone The Hateful Eight

Ennio Morricone - The Hateful Eight 300x300
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Il cacciatore di taglie, il boia, il confederato, lo sceriffo, il messicano, il piccolo uomo, il mandriano e la prigioniera. In otto sotto un tetto. E nessuno di cui fidarsi. La guerra civile americana alle spalle, ma una bufera in arrivo costringe i diversi personaggi del secondo atipico western di Quentin Tarantino a rifugiarsi in un emporio lungo la via per Red Rock. Il successore di “Django Unchained” (2013), “The Hateful Eight” (2015) nasce, cresce e muore tra le bianche montagne del Wyoming. E si fregia della soundtrack di Ennio Morricone, vincitrice del premio Oscar.

Non lo considero un film western. Lo vedo più come un dramma ambientato in un momento ben specifico della storia americana, in un posto completamente innevato. È insolito, infatti, vedere un western che si svolge in un luogo simile. Quindi non l’ho trattato da western, cercando di creare qualcosa di differente dalle mie composizioni di quaranta o cinquant’anni fa. Anche se sono consapevole del fatto che le mie partiture siano abbastanza riconoscibili da alcuni elementi ricorrenti, credo che ogni regista meriti una sua musica personale¹.

“The Hateful Eight”, suddiviso in sei capitoli, sovrappone citazioni, generi e linguaggi. La storia di frontiera è, in realtà, un giallo, con risvolti comici, grotteschi e surreali. La gelida atmosfera esterna si contrappone, infatti, al calore del sangue. Il cast, tra cui spiccano i nomi di Kurt Russell e Samuel L. Jackson, è solido e affiatato: ogni attore si cala nell’ambiguo ruolo assegnatogli dal regista. I dialoghi, a tratti tortuosi, non lasciano, ugualmente, presagire un finale cinico, se non beffardo. Mentre il vento soffia forte, le pallottole schizzano veloci da una parte all’altra dell’emporio.

La pellicola inizia in modo semplice: ci sono alcune persone su una diligenza che si incontrano, quasi per caso. C’è una donna che sarà impiccata una volta arrivata in città. Il finale, invece, è segnato da una lettera di Abraham Lincoln. Tutti questi elementi mi hanno colpito, ma soprattutto la violenza. Quando il regista è venuto a Roma per ricevere il David di Donatello mi ha inviato la sceneggiatura ed è venuto a casa mia. Ho letto con mia moglie lo script e pensavo che fosse una storia bellissima. Siamo stati assieme un’ora e mezza e mi ha convinto a farlo².

The Hateful Eight 1Al quarto tentativo, dopo i due rifiuti incassati per “Bastardi Senza Gloria” (2009) e “Django Unchained”, Quentin Tarantino è riuscito nel suo intento: ottenere un’intera colonna sonora originale firmata da Ennio Morricone. Nonostante i lavori in programma per Giuseppe Tornatore, “La Corrispondenza” (2016) e il documentario “Lo Sguardo Della Musica” (2016), il compositore ha accettato una doppia sfida, perché il primo contributo sonoro per un regista è sempre il più difficile e, soprattutto, il tempo, lo stesso che lo aveva frenato in passato, era davvero poco.

La produzione della pellicola di Quentin Tarantino era terminata. Quella per ‘Peppuccio’ già in calendario. È stato, però, possibile superare l’impasse scegliendo una terza via: alle poche tracce da destinare inizialmente allo statunitense sarebbero state aggiunte alcune composte oltre trent’anni fa per “La Cosa” (1982) – un film dall’atmosfera sospettosa a cui s’ispira lo stesso “The Hateful Eight” – e poi abbandonate da John Carpenter, a favore di una partitura scritta di proprio pugno e più elettronica, così giù accaduto per quella, meravigliosa, di “1997: Fuga Da New York” (1981).

La collaborazione con John Carpenter è stata qualcosa di davvero straordinario e molto particolare. Era venuto a Roma per farmi vedere il film ma immediatamente dopo è dovuto scappare via, quindi non ebbi modo di parlargli. Ero rimasto molto colpito da quello che avevo visto, ma ero anche preoccupato, perché non mi aveva dato alcune indicazione. Mi richiamò, chiedendomi di utilizzare meno note per una partitura efficace e con molti synth. Alla fine, scelse solo una traccia².

Il compromesso ‘storico’ è così giunto al culmine di un rapporto tra Ennio Morricone e Quentin Tarantino, suo autentico e viscerale fan, segnato da qualche incomprensione. Il musicista si è spesso mostrato poco incline ad accettare che suoi, più o meno famosi, brani del passato fossero sovrapposti a immagini diverse da quelle per cui erano stati progettati. Prenderli in prestito per “Kill Bill Vol. 1” (2003), “Kill Bill Vol. 2” (2004), “Death Proof” (2007) e successori, per un totale di ben ventidue tracce spalmate su cinque pellicole, è stata una prassi inizialmente mal digerita.

The Hateful Eight 2Una volta compresa la genuina passione del regista nei confronti dei suoi contributi per la settima arte, Ennio Morricone ha composto il brano Ancora Qui per “Django Unchained”, con la voce di Elisa, sancendo una ripartenza professionale con vista sul futuro, perché “The Hateful Eight” è il secondo capitolo di una trilogia western. E ha dato la sua disponibilità per collaborare ancora con Quentin Tarantino, auspicando tempi di lavorazione più dilatati, magari in anticipo sulle riprese, per concepire al meglio le sonorità e avere un approfondito scambio di idee sulla partitura.

Stavolta, è bastato leggere lo script e godere dell’assoluta libertà del regista per mettere a punto una straordinaria soundtrack orchestrale, eseguita dalla Czech National Symphony Orchestra e rilasciata in cd e in vinile per conto della celebre label britannica Decca. Nonostante l’inserimento di una manciata di dialoghi tratti da “The Hateful Eight” – e senza dimenticare le extra-track quali Apple Blossom dei White Stripes, Now You’re All Alone di David Hess e They Won’t Be Many Coming Home di Roy Orbison – ogni singola composizione appare coesa e coerente con la seguente.

Sono sempre stato molto, molto rigoroso nello scegliere quale musica suonare. È molto importante presentare al pubblico una combinazione dei temi più famosi, quelli più semplici, assieme ai pezzi più difficili. È importante per la mia dignità come compositore. Quando ho incontrato Quentin Tarantino, ho sentito a pieno la sua fiducia. La sentivo perché aveva già scelto alcune mie tracce per i suoi film. Dopodiché, il regista non mi ha dato alcuna indicazione specifica su cosa volesse. Mi ha solo menzionato la grande importanza della neve².

È la prima colonna sonora che Quentin Tarantino commissiona e che, in parallelo, recide il cordone ombelicale della sincronizzazione tra immagini e musica, per un insieme di architetture sonore composte nell’arco di un mese. Diciassette brani carichi di tensione, claustrofobici, tetri, in linea con l’ambientazione montana di un western atipico, contraddistinto da un crescendo di violenza ai limiti dello splatter, ma ricco di spunti per l’immaginazione del compositore, sorpreso dall’immediato utilizzo dell’austera Overture in testa alla pellicola, forse un tributo alla sua genialità.

The Hateful Eight 3Tre minuti con archi, campane e oboe pronti a insinuarsi lentamente. È, però, il minaccioso tema principale, L’Ultima Diligenza Di Red Rock – Version Integrale, a imporsi subito dopo, con contrappunti sempre più distinti. Il sound perfetto per una tragedia destinata a compiersi da lì a breve. Melodico, fosco, dalle vibrazioni basse e dai grandi staccati. Quando gli archi rubano la scena alle percussioni, s’innesta il coro con un grugnito, ‘hough hough’, quasi un omaggio al noto tema de “Il Buono, Il Brutto E Il Cattivo” (1966) per l’omonimo film di Sergio Leone.

Il cinema può fare a meno della musica, però se la si applica, deve rappresentare quello che non si vede e che non si dice. La musica è fuori, è una punta astratta che non può essere mescolata con la realtà che si vede. Tutto è servito, anche i lavori più umili, anche se umili non è il termine giusto: è meglio dire i lavori più semplici, come arrangiare le canzoni. Tutto è servito alla tecnica e all’esperienza che già avevo acquisito, agli amori per i classici del passato. Tutto ciò ha creato una specie di mescolanza psichica e tecnica in me e ho potuto adottare diversi linguaggi³.

L’altra suspense è propria di Neve – Versione Integrale, una nostalgica suite, abbastanza inedita come forma canzone da rinvenire nella discografia del maestro, per un inesorabile susseguirsi di fiocchi di ‘note’ tanto statici quanto ipnotici. Seguono la maestosa Sei Cavalli, decisamente più stridente di Raggi Di Sole Sulla Montagna, fugace momento di tregua per strumenti a fiato. Le suggestive Narratore Letterario, I Quattro Passeggeri e Sangue E Neve riprendono in piccolo e scompongono il pathos de L’Ultima Diligenza Di Red Rock – Versione Integrale.

Lo stesso tema è incluso anche in La Musica Prima Del Massacro, che fa perno sulla leggerezza del solo xilofono. L’ansia maggiore traspira, invece, dall’ascolto di un’altra corposa coppia di tracce, L’Inferno Bianco – Synth e L’Inferno Bianco – Ottoni. Infine, La Lettera Di Lincoln – Strumentale, un solenne frammento per tromba, e La Puntura Della Morte, alla stregua della firma dell’artista sul pentagramma, già meritevole di un Golden Globe e di un Brit Award. L’ottavo film di Quentin Tarantino è da coniugare, soprattutto, come l’ennesimo trionfo senza pari di Ennio Morricone.

¹ Dichiarazione di Ennio Morricone per Deadline in “Oscar Front-Runner Ennio Morricone Talks Composing, Tarantino, Westerns & Why He’s Still Going Strong At 87”;
² Dichiarazioni di Ennio Morricone per Rolling Stone in “Ennio Morricone Goes Inside ‘Hateful Eight’ Soundtrack’”;
³ Dichiarazione di Ennio Morricone per Vivaverdi in “Ascoltare Morricone”.

The bounty hunter, the hangman, the confederate, the sheriff, the Mexican, the little man, the cow puncher and the prisoner. In eight under one roof. And no one to trust. The American Civil War behind, but an incoming storm forces the different characters of the second atypical western by Quentin Tarantino to take refuge in a stagecoach lodge on the way to Red Rock. The successor of “Django Unchained” (2013), “The Hateful Eight” (2015) is born, grows and dies between the white mountains of Wyoming. And it’s the proud holder of the soundtrack by Ennio Morricone, who won the Oscar award.

I do not consider a western movie. I see it more as a drama set in a very specific moment in American history, in a completely snowy place. It is unusual, in fact, seeing a western that takes place in a place like that. So I have not treated it as a western, trying to create something different from my compositions of forty or fifty years ago. Although I’m aware that my scores are quite recognizable by some recurring elements, I believe that every director merits a personal music¹.

“The Hateful Eight”, divided into six chapters, overlaps quotes, genres and languages. The border story is, actually, a thriller, with comic, grotesque and surreal consequences. The cold external atmosphere is opposed, in fact, at the heat of the blood. The cast, among the names of Kurt Russell and Samuel L. Jackson, is solid and cohesive: each actor goes down in the ambiguous role assigned by the director. The dialogues, sometimes tortuous, do not anticipate, too, a cynical end, if not mocking. As the wind blows hard, bullets goes fast within the emporium.

The film starts in a simple way: there are some people who meet each other in a stagecoach, almost by accident. There is a woman who will be hanged once arrived in town. The end, however, is marked by a letter from Abraham Lincoln. All these elements have affected me, but above all violence. When the director came to Rome to receive the David di Donatello prize sent me the script and came to my house. I read it with my wife and I thought it was a beautiful story. We were together for an hour and a half and he convinced me to do it².

The Hateful Eight 1On the fourth attempt, after the two rejection collected for “Inglourious Bastards” (2009) and “Django Unchained”, Quentin Tarantino has achieved his goal: to get an entire original score by Ennio Morricone. Despite the work planned for Giuseppe Tornatore, “The Correspondence” (2016) and the documentary “Lo Sguardo Della Musica” (2016), the composer accepted a double challenge because the first sound contribution for a director is always the hardest and, above all, the time, the same that had held him back in the past, was very little.

Quentin Tarantino’s movie production was finished. One for ‘Peppuccio’ already scheduled. It was, however, possible to break the deadlock choosing a third way: to the few traces to be allocated initially to the American director would have been some additions made over thirty years ago for “The Thing” (1982) – a film with a suspicious atmosphere that inspired “The Hateful Eight” – and then abandoned by John Carpenter, in favor of a score written by his own hand and more electronic, as already happened for, the wonderful, “1997: Escape From New York” (1981) one.

The collaboration with John Carpenter was something really extraordinary and very special. He went to Rome for me to make me see the movie, but immediately after it had he run away, so I hadn’t chance to talk to him. I was very impressed with what I saw, but I was also worried because he didn’t give me any indication. He called me back and asked me to use less notes for an effective score with many synths. In the end, he chose only a track².

The ‘historic’ compromise has thus reached at the height of a relationship between Ennio Morricone and Quentin Tarantino, his authentic and visceral fans, marked by some misunderstandings. The musician has often shown little inclination to accept that its, more or less famous, past tracks were superimposed on different images than those for which they were designed. Borrow some tunes for “Kill Bill Vol. 1” (2003), “Kill Bill Vol. 2” (2004), “Death Proof” (2007) and successors, for a total of twenty-two tracks spread across five movies, has been an initially poorly digested practice.

The Hateful Eight 2Once understood the director’s genuine passion towards his contributions to the seventh art, Ennio Morricone has composed the song Ancora Qui for “Django Unchained”, with the voice of Elisa, sanctioning a professional re-start with a view on the future, because “The Hateful Eight” is the second chapter in a western trilogy. He has given his availability to collaborate again with Quentin Tarantino, hoping over a longer processing time, perhaps ahead the shooting, in order to conceive the best sounds and have an in-depth exchange of ideas on the score.

This time, it was enough to read the script and enjoy the absolute freedom of the director to develop an amazing orchestral soundtrack, performed by the Czech National Symphony Orchestra and released on CD and vinyl for the famous British label Decca. Despite the inclusion of a handful of dialogues taken from “The Hateful Eight” – and not to mention the extra-track as Apple Blossom by White Stripes, Now You’re All Alone by David Hess and They Won’t Be Many Coming Home by Roy Orbison – every single composition appears cohesive and consistent with the following one.

I’ve always been very, very strict in choosing what music to play. It is very important to present to the public a combination of the most famous themes, simple ones, together with the most difficult pieces. It is important for my dignity as a composer. When I met Quentin Tarantino, I heard his full confidence. I felt it because he had already chosen some of my tracks for his movies. After that, the director did not give me any specific instructions on what he wanted. It has only mentioned the great importance of the snow².

It is the first soundtrack commissioned by Quentin Tarantino and that, in parallel, severs the umbilical cord of synchronization between images and music, for a set of sound architectures composed in the space of a month. Seventeen tense, claustrophobic, gloomy songs in line with the mountain setting of an atypical western, marked by a crescendo of violence at the limits of splatter, but full of ideas for the composer’s imagination, surprised by the immediate use of austere Overture on movie first scenes, maybe a tribute to his genius.

The Hateful Eight 3Three minutes with bows, bells and oboe ready to slowly creep up. It is, however, the threatening main theme, L’Ultima Dilegenza Di Red Rock – Versione Integrale to impress much soon after, with distinct increasingly counterpoints. The perfect sound for a tragedy destined to pass by shortly thereafter. Melodic, grim, with low vibration and large detaches. When arcs steal the show at percussions, the choir takes over with a grunt, ‘hough hough’, almost a tribute to the famous theme of “The Good, The Bad And The Ugly” (1966) for the eponymous film by Sergio Leone.

You can do cinema without music, but if applied, must be the thing not seen and not said. The music is out, an abstract point which can not be mixed with the reality that we see. Everything is served, even the most humble jobs, although humble is not the right word: it is better to say the simplest jobs, as arranging songs. Everything is served to the technique and the experience that I had already acquired, as the loves for the classics. All these events has created a kind of psychological and technical mixture in me and I could assume different languages³.

The other suspense is between the folds of Neve – Version Integrale, a nostalgic suites, quite inedited as a form song to be found in the discography of the maestro, for a relentless succession of flakes ‘notes’ so much static as hypnotics. Follows the majestic Sei Cavalli, much more strident than Raggi Di Sole Sulla Montagna, a fleeting moment of respite for aerophone instruments. The evocative Narratore Letterario, I Quattro Passeggeri and Sangue E Neve resume in small and break the pathos of L’Ultima Diligenza Di Red Rock – Versione Integrale.

The same theme is also included in La Musica Prima Del Massacro, which hinges on the lightness of a lone xylophone. The increased anxiety transpires, however, from listening to another pair of full-bodied tracks, L’Inferno Bianco – Synth e L’Inferno Bianco – Ottoni. In the end, La Lettera Di Lincoln – Strumentale, a solemn fragment for trumpet, and La Puntura Della Morte, like the artist’s signature on the stave, already worthy of a Golden Globe and a Brit Award. The eighth film by Quentin Tarantino is to combine, above all, as another triumph by Ennio Morricone.

¹ Declaration by Ennio Morricone for Deadline in “Oscar Front-Runner Ennio Morricone Talks Composing, Tarantino, Westerns & Why He’s Still Going Strong At 87”;
² Declarations by Ennio Morricone for Rolling Stone in “Ennio Morricone Goes Inside ‘Hateful Eight’ Soundtrack’”;
³ Declaration by Ennio Morricone for Vivaverdi in “Ascoltare Morricone”.