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Album Reviews /

Chris Abrahams Fluid To The Influence

  • Label / ROOM40
  • Catalog / RM464
  • Format / Vinyl
  • Released / 04/2016
  • Style /
  • Rating /
    8.5/101
Fluid To The Influence

Fluid To The Influence segna il ritorno di Chris Abrahams sulla Room 40 di Lawrence English, etichetta che funge da riflettore continuo sulla musica d’avanguardia contemporanea.

Scritto e realizzato dal pianista australiano, Fluid To The Influence è a tutti gli effetti un prodotto d’autore validissimo, in cui è inciso il percorso e l’attitudine dell’artista nell’ideare e comporre musica davvero personale. Un sound palpabile e permeabile in ogni sua melodia e in tutti i rumori e le registrazioni che lo compongono; complice per lo più un’esplorazione del suono tangibile, oltre che visionaria.

“In 2015, whilst celebrating our 15th anniversary, I revisited all of Chris’s records. I still have such strong memories of listening to Thrown in his living room in 2004. It was late, after a concert for NowNow Festival, and the living room in which we were seating was dim. Some light crept in from the kitchen, scarcely that of a flickering candle. The music started and forever my world was changed.” – Lawrence English

Organo e piano lasciano spazio ad atmosfere malleabili, flussi che si muovono costantemente e uno spettro che pian piano si apre, accogliendo ogni passaggio fosse quasi una nuova occasione di dispersione. La particolarità della musica di Abrahams risiede nella possibilità insita in ogni accordo di lasciar perdere le proprie tracce. O almeno in parte, perché è proprio dietro l’innesto di field, rumori e colpi netti che il sentore di qualcosa di riconoscibile si rifà vivo, smorzando il viaggio e guidandoci in una sorta di meditazione cosciente; proprio quell’esplorazione tangibile e concreta accennata in precedenza.

In tal senso, Receiver è la traccia che meglio si presta ad esprimere questo concetto: un intruglio cosmico di rumori, scarti, interferenze, errori e così via, ma nell’insieme, una sinergia perfetta.


Il tepore del piano di Abrahams, poi, è qualcosa che avvolge e coccola incondizionatamente, specie se si è disposti ad accogliere apertamente un sentimento malinconico intinto di fioche note bluastre: un distacco ponderato che nasce dal bisogno intimo d’introspezione. Ascoltate Scale Upon The Land e poi fate un salto all’album di Bill Wells e Stefan Schneider, Pianotapes (Karaoke Kalk, 2010): la percezione potrà esser la stessa (in particolare soffermatevi su Pntps 7), perché in qualche modo queste note vanno a parare laddove la distensione mentale è pura necessità.

“On Fluid To The Influence Chris continues his tradition of creating deeply personal and evocative sonic worlds. He has a compositional sensitivity and gravity few other artists share. This album draws together the divergent trends in his music creating a powerful and at times hallucinatory audio-vision.” – Lawrence English

Proseguendo, possiamo ancora fermarci sugli spunti di Clung Eloquent, traccia in cui il pianoforte di Abrahams primeggia su inquietanti registrazioni di fondo: un contrasto definito, che lascia sempre spazio a un ascolto intimo e individuale. Avanti di tre passi e le vibrazioni cambiano, gli strumenti anche: in As Tranquil As An Apple a risuonare è il rude armeggiare dell’artista, che presumibilmente maneggia ciotole, coppe e oggetti affini. Rumori contornati da glitch ed esaltati da una particolare condizione di ipnosi nevrotica.

Nel complesso, Fluid To The Influence è un disco da ascoltare, assimilare e digerire per intero, realizzato con classe e grande estro come un vero e proprio artefatto.