Sullo sfondo dello scenario in cui i massimi esponenti dell’ambient music contemporanea si collocano, si intravedono quelli che appartengono alle generazioni successive, che in questo caso possono essere rintracciabili negli anni duemila, non per nascita ma per realizzazione di nuove composizioni. I paesaggi che vengono descritti attraverso tali espressioni sono dei grandi racconti, risultati di trasformazioni sempre in atto e che interpretano le metamorfosi dei nostri tempi.
L’ avventurarsi nelle periferie delle più grandi opere dai telai del microsound, oltre a proporre un viaggio verso un ignoto in cui si stagliano situazioni inaspettate, attualmente, porta all’orecchio segni che sono testimonianze nella misura in cui esprimono idee distinte dai processi del far segni, anche se la loro realizzazione si basa sugli stessi processi tecnici.
Tabulatura di Emiliano Romanelli appartiene alla sezione “opere di artigianato musicale” guidate da spunti di natura indipendente come la stessa label/archivio Terziruolo, madre di questa raccolta composta da sette brani, dalla quale vengono presentati e pubblicati dapprima i suoi lavori. L’opera è presentata anche attraverso un’edizione limitata in cassetta pubblicata per Important Records / Cassauna (US). Tabulatura è la seconda creazione dopo 333 loops (volume 1) realizzata tra il 2008 ed il 2011, prezioso archivio di 333 loops sonori preregistrati e sublimata in una performance presso il chiostro medievale dell’ Ex Convento dei Cappuccini di Colli del Tronto durante il Within 01.
Tabulatura viene registrato nel 2008 durante quattro sessioni in cui l’utilizzo del software customizzato produce moduli generativi di raffinati bordoni fatti con l’ebow su chitarra acustica. Nell’alternarsi delle alte frequenze ci si addentra in un panorama che ricorda Stephan Mathieu.
Ripercorrendo alcuni momenti del suo excursus professionale, sorgono interessanti soste che delineano il suo profilo attento inoltre all’aspetto percettivo dell’arte visiva applicata alla musica. Ex membro del duo Tu m’ con Rossano Polidoro (1998-2011), la cui prima formazione comprendeva anche Andrea Gabriele. Nei primi anni duemila gli orizzonti del duo volgono verso nuove sperimentazioni che introducono laptop, sampler, cassette, giradischi ed una evidente estetica caratterizzata dalla cura del microscopico dettaglio.
Rilasciano lavori come Monochromes Vol.1 (2009) per conto di LINE (LINE_ 040). Toccano il territorio orientale con collaborazioni per Headz (JP), aprono le porte all’arte multimediale esponendo in musei e gallerie come il Castello di Rivoli (Torino), Arnolfini (Bristol) ed infine Oboro (Montréal).
Accade che quando la composizione ambient non svolge soltanto un’attività legata a fatti concreti dati da sistemi generativi a sé stanti ed immobili incontra le virtù della sincerità e della spontaneità, si pongono le basi per la creazione di fenomeni ascetici che si concretizzano in un ascolto senza tempo.