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Album Reviews /

Boreal Network Itasca Road Trip

  • Label / Illuminated Path, A More Than Human
  • Catalog / IP-094 / MTH 009
  • Format / Cassette, Vinyl
  • Released / 2015-2016
  • Style / ,
  • Rating /
    8.5/101
Itasca Road Trip

Un viaggio attraverso le estive strade assolate dell’Itasca State Park, nel Minnesota, proprio nella zona centrale del Nord America. Calde memorie appannate dal vetro di una vecchia Mercedes. Paesaggi incredibili divisi tra l’imperante verde della vegetazione e le incandescenti proiezioni dei raggi solari.
E’ più o meno questo lo scenario che caratterizza questo delizioso album registrato da Nicole Johnson, in arte Boreal Network, da Seattle.

Anni passati a registrare ogni sorta di fonte, dalle trasmissioni radiofoniche a delle semplici conversazioni tra passanti, un immane database di suoni e colori pronti ad esser riassemblate per dar vita a piccoli, grandi racconti sonori.

Ci ha pensato dapprima la Illuminate Paths (label newyorkese specializzata in tapes) a pubblicare questo lavoro intitolato Itasca Road Trip, per poi finire tra gli ascolti di Gareth Moses, label manager alla A More Than Human, che, innamoratosi del disco, chiede di poterlo ristampare su vinile.

Boreal NetworkMusicalmente è un caldo caleidoscopio che oscilla tra gommoso funk visto al fotofinish a pastorali derive melodiche mai banali o troppo derivative. Originariamente pensato in trentatré brani su cassetta (poi ridotti a diciotto nella versione su vinile), il lavoro si presenta con questa serie di brevi scorci sonori in grado di nascondere, ognuno, una intensa capacità narrativa. Capita così di immergersi in queste sonate di piano elettrico che lasciano immaginare le strade sterrate sulle quali ha lasciato le sue impronte quella vecchia Mercedes, per poi alzare lo sguardo e lasciarsi scaldare il viso dai tramonti inseguiti su quella linea d’orizzonte carica di emozioni.

Tutto è tenuto insieme dall’invidiabile gusto della Johnson che riesce a costruire ogni suo brano con gli elementi più disparati, non disdegnando il ritmo (sempre spezzato e se vogliamo “narcotizzato”) e regalandoci dei semplici quanto chiari ed emozionanti accordi di piano. L’insieme dei field recordings utilizzati dona al tutto una dimensione cinematica che sarà poi il vero trait d’union dell’album.

E’ un disco sul quale tornare più e più volte (indispensabile a mio avviso la versione su cassetta) per far vostro un viaggio capace di raccontare di volta in volta una storia differente, un dono che poche riuscite produzioni sono in grado di trasmettere.