Una collaborazione tra due giovani produttori che negli ultimi anni si sono messi in luce grazie a dischi che hanno saputo rivelare una spiccata personalità ed una vena creativa sempre lucida ed attenta al dettaglio, Jan Schulte (in arte Wolf Müller) e Niklas Rehme-Schlüter (in arte Cass.), il primo abilissimo compositore di ritmiche percussive e tessiture dal sapore ipnotico, mentre il secondo un sensibile ed audace menestrello in grado di creare melodie ambient dal gusto raffinatissimo (apprezzato in quel grande album di debutto per la Shhhh intitolato Loops & Farewell Sketches).
Insieme, per la International Feel, cercando di tener fede a quel suo mood introspettivo proiettato nei tramonti isolani, qui in un mini-lp di cinque tracce che prende il titolo di The Sound Of Glades che mantiene, anzi forse supera, tutte le aspettative.
Musica intensa, crepuscolare, meno solare di quel che la label è solita proporre, lunghe suite sonore imperversate da grandi arie percussive, field recordings ed accordi scritti con maestria. E’ ambient in tutto e per tutto, musica capace di evocare scenari, di liberare la mente, di immaginarsi in luoghi lontani dalla quotidianità. Un disco che si rapporta in maniera piuttosto aperta con la natura, con le foreste, la fauna e con la notte.
I brani hanno una stesura ben progettata, come nel lunghissimo pezzo d’apertura (che da il titolo al lavoro), dove i tempi si dilatano fino a dissolversi e far emergere suoni di strumenti tradizionali, percussioni, piccole melodie. Un carillon dai toni tropicali che abbraccia una malinconia che sembra essere confortante. Una sorta di soundtrack se vogliamo, perché il filo conduttore che lega insieme i cinque brani è trainato dagli stessi elementi sonori che di volta in volta trovano nuova linfa negli accordi, nelle sovrapposizioni e nelle pause.
Una rotta notturna nella quale convergono strumenti etnici, percussioni, chitarre e tastiere , aggiungendo anche il basso suonato da Timo Hein su due dei cinque brani, a costruire melodie di grande spessore. Un concept album si direbbe, un lungo percorso attraverso suoni ed atmosfere che siano in grado di descrivere la veste notturna delle isole, quella fatta di tremori, inquietudine, versi, silenzi e grandi momenti di riflessione. In tal senso, un disco magico.