Due suite dedicate a terre aride, inospitali, lambite o ricoperte dal ghiaccio. Rimembranze iperrealiste di una spedizione ai confini del mondo conosciuto. In “Viento” (2015), Lawrence English taglia e incolla field recording dall’alto tasso atmosferico, frammenti estratti da registrazioni in condizioni avverse. L’organico album su Taiga Records rimanda a squarci di natura sia gelata che incontaminata, evocata senza il ricorso ad alcun tipo di artificio o, semplicemente, mozzafiato. Difficile resistere al vento catabatico. Una minaccia per qualsiasi spostamento umano.
L’artista australiano ha avuto la possibilità di visitare l’Antartide, un’occasione unica, partendo dalla capitale argentina Buenos Aires e fermandosi, con gli scienziati della spedizione, nei pressi della base aerea di Rio Gallegos. La sosta di routine è durata, però, più del dovuto proprio a causa dei forti venti. Impossibile far decollare dell’aereo che li avrebbe trasportati oltre la Terra del Fuoco. Soffiavano così forte che era persino difficile respirare. Nei tre giorni di stallo, Lawrence English ha avuto modo di visitare edifici abbandonati e osservare come la natura si pieghi all’aria.
Le due registrazioni sono state effettuate durante due tempeste di neve presso le basi Marambio ed Esperanza. Durante la bufera a Marambio, la temperatura segnava i meno quaranta sottozero. Il vento martoriava la base, impediva le telecomunicazioni ma, allo stesso tempo, generava insoliti rumori simil bordoni. La tormenta che ha colpito Esperanza è stata, invece, meno intensa e, durante la nevicata, il produttore ha potuto assistere anche allo spontaneo assembramento dei pinguini, obbligati a stringersi gli uni con gli altri per sopportare sia il freddo che il vento. Inesorabili.
Ascoltare tracce quali Patagonia e Antarctica consente di provare le medesime sensazioni proprie di Lawrence English, ritrovatosi in luoghi desolati, quasi privi di forme di vita, dove l’essere umano fa grande fatica a modificarli a suo uso e consumo. Scenari tanto impressionanti quanto emotivi. Il lato A è più corposo, intenso, quasi convulso. L’udito è messo a dura prova. Il lato B appare, invece, frastagliato. Le raffiche di vento non fanno paura, eppure sono costanti. L’autentica solitudine sarebbe stata viverle senza avere la possibilità di testimoniarle. Iperrealismo contemporaneo.