Grattacieli invasi dalle fiamme, che gettano detriti sopra le strade ridotte ormai a mulattiere, carcasse metalliche sparse in ogni angolo, vetri infranti su cui si riflettono i manifesti strappati ed ormai corrosi dal tempo, aria rarefatta ed intrisa di polvere di cemento, quel che resta del cielo ti avvolge in un caldo colore rosso, e dalle viscere un suono che ti mette una strana malinconia, ed una straziata voce robotica che pronuncia: Ask Yourself…in un crescendo melodico che ti blocca il respiro, che non ti dà sicurezza e che non ti renderà mai chiara la sua direzione.
Plastikman prende tutti alla sprovvista, pubblicando Closer! Disco che rappresenta un nuovo cambio di stato per questo innovativo produttore.
Closer sarebbe una perfetta colonna sonora per film documentario come Metropolis, …se non ci avesse già pensato Jeff Mills!
Restando sempre su canoni ultraminimali, Richie Hawtin (aka Plastikman), fà affondare il suo suono nei meandri piu oscuri del cosmo, atmosfere cupe, suoni bassi ovattati, suoni alti che sembrano provenire dai ronzii di sottofondo delle centrali elettriche, architetture che si compongono man mano, lentamente, senza mai esplodere, e quel senso di insicurezza ed instabilità che ti pervade per l’intero album.
Di certo non è un lavoro destinato alle masse, e di certo non riceverà l’approvazione di tutti i fan di Richie.
Ma sbattendosene altamente di tutto e tutti, Plastikman ci propone questo lavoro d’ascolto, 10 tracce che completano il suo personale viaggio nell’universo sonoro, e che potranno farvi distaccare dal tram tram quotidiano per il tempo d’ascolto.
Per menti aperte.