.se fosse stata una tesi di laurea avrebbe senza ombra di dubbio meritato il tanto ambito 110 e lode.
“Tom Jenkinson”, in arte “Squarepusher”, è un nome ben noto agli amanti di certe sperimentazioni elettroniche, e con “Ultravisitor” riesce a dar prova finalmente di una raggiunta maturità compositiva.
In questo album più che mai infatti, “Squarepusher” fà seguire ai suoi suoni una curva di livello ben definita, trovando il giusto equilibrio tra le innumerevoli sequenze che vedono alternarsi momenti di minimalismo creati attraverso le sue eccellenti note di basso, a momenti che rasentano il concetto di “kaos” nella sua forma più brillante.
L’album vola così tra queste malinconiche melodie che tracciano una forma che và per la prima volta forse a delineare un lato umano di questo compositore, e fà, secondo me, proprio di queste il punto cardine del disco. Anche le voci di sottofondo, ad emulare un live, concorrono in maniera notevole a donare maggior calore ad ogni singola traccia. La curva di iperbole di questo disco vede cosi’ una partenza morbida, elegante e molto coinvolgente, che arriva ad emozionare con “Lambic 9 Poetry”, o con la successiva “Andrei”.
Il passaggio che và ad eliminare tutto ciò che di umano era stato creato per trasportarci nella sua contorta mente viene ben spiegato in “50 Cycles”, è infatti palese quì l’intento di avvertirci di ciò che stà per accadere, ovvero l’avvento di quella tempesta sonora che ci fà ricordare un pò di più “Squarepusher”, di quelle trame intricatissime che starci dietro è un piacere assoluto. E’ infatti dal sesto minuto di questa traccia che si dà il via a questi complessi strati sonori, che questa volta hanno un finale ritmato che mi fà salire il cuore in gola.
Dopo diverse tracce in cui ogni ben di Dio ci viene offerto “Squarepusher” ci fà riatterrare con “Every Day I Love”, consapevoli e pronti a rifare questo viaggio una volta ed una volta ancora.
Lo stampato dei suoi appunti che fà da book al cd è una trovata geniale. Se ancora non siete giunti in possesso di questo lavoro credo siate obbligati a dannarvi l’anima per farlo.