Sono veramente pochi gli album che riescono a dar stimolo e soddisfazione in qualsivoglia situazione mentale. E di conseguenza altrettanti gli artisti in merito. Da parte mia posso citare “Aphex Twin” e “Kraftwerk” a pieno titolo, gli unici forse dei quali ammiro quasi senza distinzione l’intera discografia, o parlando di album il fantastico “More songs about food and revolutionary art” pubblicato da “Carl Craig” in stato di grazia assoluta, o ancora i “Metro Area”, con l’omonimo disco d’esordio, ed accosterei per arrivare a tempi recentissimi anche il fantastico album di “Mario Pierro” con lo pseudonimo “Raiders of the lost ARP”, quel “4” che più lo ascolto e più lo ritengo eccezionale.
Musica che riesce a soddisfare tutte le aspettative che possono venirsi a creare nell’ascolto di un disco. Perchè è assolutamente vero che più si ascoltano determinati generi, più l’orecchio diventa esigente, e la nostra immaginazione si espande fino a richiedere input sempre maggiori per poter chiudere finalmente il cerchio ed urlarne di gioia.
Da oggi posso tranquillamente inserire, in questa lista di nomi “Claro Intelecto”, ovvero “Mark Stewart”, con questo suo primo album “Neurofibro”, che segue l’uscita di due osannatissimi EP: “Peace of mind” e “Section”.
Ispira fiducia da subito, guardando la sua foto, e quel suo viso che esprime leggerezza e malinconia, e la musica che produce, sembra infatti modellata sulla sua fisionomia.
“Neurofibro” è composto da 13 brani ed altrettante ricerche stilistiche.
“Peace of mind”, traccia d’apertura, potrebbe rincorrersi e volteggiare insieme alla seconda “Percentages” a creare un tappeto electro con la cassa sempre limpida e scandita, sempre accompagnato dalla melodie che impegnano al punto giusto l’immaginazione di chi le ascolta.
Ma come detto in precedenza sono moltissimi i sensi che vengono raggiunti dai suoni di “Claro Intelecto”, infatti “Resonation” la traccia numero 3 si presenta con dei suoni acid che esaltano ancora di più la cassa, portandola a livelli a mio avviso esagerati.
Techno oscura e sognante con classiche sterzate fuoritono che fanno tornare in mente alcune melodie della “Warp records” in “Baudrillards supper”. Potre impazzire per i primi 30 secondi di “Tria” , anche se mi lascia poi un leggero magone quando esplode la ritmica, non che sia brutta, (le composizioni ritmiche di questo album hanno il mio 10 in tutte le tracce), ma forse ritengo i suoni non modellati alla perfezione, ma il giro di piano che subentra attirando su di sè tutta l’attenzione, rimette quasi immediatamente le cose apposto.
“Mono” riprende un discorso più votato alla techno, e l’intelligenza di “Claro Intelecto” è sempre quella di non caricare mai troppo le composizioni, è il dosaggio di tutti gli elementi la particolarità che rende superiore questo lavoro.
Trovare qualcosa di brutto o mal progettato è veramente impossibile in questo disco, forse, ma quì vado nel personale, è proprio “Contact”, traccia tra le più suonate dai Dj, ad attirare meno la mia attenzione, per chi ha amato l’ “Aphex Twin” di “Selected Ambient Works 85-92”, “You not me”, brano numero 10, sarà una vera goduria.
“Mark Stewart” cura da sè l’artwork del cd creando un’atmosfera visiva stile noir che ritroviamo poi anche nella sua home page.
Potrei consigliarvi questo lavoro per una od un’altra occasione, ma vi dico ascoltatelo sempre.