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Album Reviews /

Depeche Mode Remixes 81-04

  • Label / Warner Brothers
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 2004
  • Style / , , ,
  • Rating /
    8/101

Leggendo la dicitura “Limited Edition” sulla copertina dell’involucro si pensa subito a qualcosa da avere assolutamente, qualcosa di epocale, qualcosa per molti ma non per tutti…

Se si scorrono poi velocemente i nomi dei fortunati remixer scelti dalla dea bendata per poter mettere le mani sul patrimonio musicale di Dave Gahan & co. si pensa di essere vittima di qualche scherzo di cattivo gusto…Francois Kevorkian, Air, Underworld, DJ Shadow, Kruder And Dorfmeister, Portishead, Timo Maas, William Orbit, Goldfrapp ecc. ecc. ecc.

E in effetti in questo cofanetto di carne al fuoco ce ne è parecchia….un viaggio in 23 anni di Depeche Mode, tra new wave, elettronica e pop, suoni che hanno coinvolto 2 generazioni e ispirato parecchi produttori di musica moderna.

Si va dagli imperiali suoni iniziali di Never Let Me Down Again – Split Mix di Dave Bascombe del 1987 ai suoni industriali di Shout – Rio Remix di Daniel Miller del 1981, Strangelove – Blind Mix sempre di Daniel Miller And Rico Conning del 1987 e Master And Servant – An ON-Usound Science Fiction Dance Hall Classic di Adrian Sherwood del 1984.

Gli Underworld trasformano Barrel of a gun in una forsennata corsa metropolitana, gli Air mantengono la quiete originale di Home impreziosita da cosmiche sospensioni che ci riportano al loro album ”Mooon Safari“, pesanti chitarre invece per le reinterpretazioni di Freelove di dj muggs del 2001, di Nothing di Headcleaner del 2004 e di Enjoy the silence del 2004 di Mike Shinoda dei Linkin’ Park.

Alan Moulder ci restituisce una Everything Counts cosparsa di echi e delay nella sua absolut mix del 1989, Dj Shadow invece punta tutto su sonorità taglienti su base downbeat per Painkiller – Kill The Pain del 1998, dello stesso avviso non sono Kruder And Dorfmeister che si affidano alle calde sonorità si Useless contenuta nella vendutissima The Kruder And Dorfmeister Session del 1997 che li fa conoscere al pubblico mainstream.

La rivisitazione di Enjoy the silence del teutonico Timo Maas del 2004 mi porta col pensiero in una misteriosa foresta illuminata da un cielo stellato, nel qual e incontro poi la soave voce di Alison Goldfrapp duettare con Gaham.

Piu’ che remix posso parlare di completi stravolgimenti per Are people people di Adrian Sherwood del 1984 e per la Surgery Mix di Renegade Soundwave del 1993

che stravolge completamente I feel you eliminando tutta la linea vocale all’infuori del ritornello cantato però da una voce femminile su una base che fa somigliare il brano a un colonna sonora per un gioco da PS2.

Rimango particolarmente deluso dai 2 remix di Francois Kevorkian di Policy of Truthdel 1990 e Personal Jesus del 1989. Meglio l’originale. Così come per Clean di Colder del 2004 e Walking in my shoes di William Orbit del 1993.

Noto invece con estremo piacere che parecchi sono stati i brani scelti dall’album “Violator“ del 1990 che considero il piu’ valido di tutta la produzione dei Depeche Mode.

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