Terzo album per Dino Felipe, artista di Atlanta classe ’78, arruolato a pieno titolo dalla schematic. Musica sperimentale è sicuramente quella che esce dal disco, e gli stili che questo artista và a sfiorare sono veramente moltissimi. Nel suo campionario di microsuoni sono infatti presenti i più disparati generi, arrivando a contemplare anche ricercatezze soul e (qui forse esagero) gospel.
Nelle 26 tracce che compongono l’album alcune sontuose miscele sonore riescono infatti a creare una base, che se non fosse imperversata dalla miriade di microsuoni presenti, potrebbe dar adito ai suddetti stili. In alcune cose mi ricorda l’Aphex Twin di Richard D. James album, in altre ancora, quelle che più si mantengono secche ed astratte, noto alcune somiglianze con il compagno di scuderia Richard Devine.
Forse è il suo innato senso ritmico che risce ad esaltarmi in particolar modo, a differenza dei suoni veri e propri, gli incastri tra tutti i click risultano infatti quantomai perfetti. E c’è un’altra cosa che mi suona nuova e fresca, ovvero l’uso delle parti vocali, che emerge in maniera scintillante, in quanto in alcuni casi non si tratta dei soliti microframmenti, ma di frasi cantate pronunciate per intero. Fermo rimanendo che il disco non è di comune digeribilità, consiglio l’acquisto a quanti vogliano approfondire il concetto di musica sperimentale.