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Album Reviews /

Ame Ame

  • Label / Sonar Kollektiv
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 2004
  • Style /
  • Rating /
    4/101

Pensando al fenomeno house, non si può, naturalmente, evitare di guardarsi dietro, di pensare all’America, al soul, al funk, ed a tutti i grandissimi, ed ormai superosannati, nomi che la scena ci ha saputo offrire nel corso degli anni. Ma inevitabilmente, l’evoluzione musicale stessa vuole che ora, ed aggiungerei per fortuna, non siano più i soliti noti, a dettare le leggi del mercato discografico, e quindi dell’evoluzione dell’house. Per quanto mi riguarda infatti, ascoltando le produzioni più o meno recenti, dei “citati” big, non riesco a scorgere nessun nuovo segnale, e l’unica sensazione che mi lasciano, è quella di un piatto mangiato a noia. Largo quindi alle nuove sonorità, o, come preferisco dire, alle nuove riscritture dell’house music.
Sempre dalla Germania, ma ormai non c’è più da stupirsene, Kristian Beyer & Frank Wiedemann creano il loro progetto e lo chiamano Âme. Leggendo sulla rete info su di loro, scopro che sono amanti del soul, del funk, della deep e di tutto il movimento che è servito a creare la musica house, ben venga, perchè senza conoscere bene le radici non si và da nessuna parte. Loro però hanno fatto frutto degli insegnamenti, ed hanno riarrangiato suoni, melodie e ritmiche, per creare questo primo bellissimo album dall’omonimo nome.
Lo fanno per la Sonar Kollektiv (Jazzanova, Micatone, Faze liquid ecc.), e lo fanno con gran classe.
Nove tracce costruite lentamente, inserendo nuovi elementi senza fretta, ed arrivando al culmine di ogniuna con una ricchezza di suoni ed un’eleganza veramente notevole. I toni del lavoro sono deep, la cassa 4/4, ma le aggiunte ritmiche, e le melodie riescono ad apportare nuova linfa al prodotto. I suoni sono saccheggiati da strumenti classici come il piano, il basso la chitarra, congas, tamburi e quant’altro, ma sono filtrati, digitalizzati e riproposti sotto una nuova veste. Le ritmiche sono modellate alla perfezione, rimanendo però ben salde al terreno,l’uso di percussioni tipicamente africane fà progredire ed evolvere oscure ritmiche.
Se questi sono i nuovi tribalismi, tolgo le scarpe ed inizio a ballare.

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