Ci sono luoghi nei quali si può respirare ancora il marciume dei residui oleosi provenienti dagli scarichi industriali, dove perenni acquitrini riflettono enormi hangar nello splendore del loro cemento. E’ probabilmente in questo paranoico scenario che albergano le menti del collettivo “MinimalRome”.
Un naming che rappresenta un suono, quello che fin dalle prime uscite, le fantastiche “ Broken Pots Hill Vol. One ” e il successivo “Finally”, ha parlato una lingua strutturata da forti radici electro, abilmente sedotte da contaminazioni che di pari passo chiamano alle armi techno, acid e disco.
“Computer Pervaded Society” è il sesto segmento di questa ormai importante discografia che non ha mai ceduto un solo passo.
Pensato e composto da Andrea Merlini, in arte Kobol Electronics, rivolge lo sguardo ai fondali oscuri di Detroit, dove l’unico mezzo terreno a sfrecciare incontrastato era l’autotreno di James Marcel Stinson, una divinità, che non ha mai cessato di essere umana.
Ed è proprio alla memoria dell’unico e solo, fondatore e mente geniale dei Drexciya, purtroppo prematuramente scomparso, che questo lavoro è dedicato.
Ad aprire il disco è l’omonima “Computer Pervaded Society”, una ballad radicata dentro una possente struttura electro continuamente alterata da arpeggi di corde analogiche che rendono la materia inevitabilmente liquida, e in questo stato la sensazione predominante è proprio quella di navigare nei bassifondi del suono “stinsoniano”.
“Scientific Progress”, secondo solco nel vinile, riallinea il contesto, geometrizzando melodie e ritmiche in una suite che, pur apparentemente lineare, lascia trasparire un’inconscia e instabile melodia.
“Intellicon”, suo naturale proseguimento, mantiene elevato il mood, che è tutto splendore di synth e batterie elettroniche.
Sul lato B apre in grande stile “Zentralrechner”, e ancora una volta ci troviamo di fronte a sapienza electro tramutata in pop del secolo venturo, dove l’immaginario è quello di analog/melodie alienanti e viscerali che, in un periodo nel quale è nostra convinzione azzardare, non fanno altro che metter in luce tutta una vita passata a creare il suono da diffondere e far diventare popolare. “Tidoc” è un repentino cambio di rotta, che punta l’indice al dancefloor, strizzando l’occhio tanto alla techno detroitiana quanto ad alcune influenze sonore che oserei accostare, seppur con le dovute distanze, agli Autechre, ma d’altronde, quando si ha piena conoscenza della disciplina che si sta affrontando, si possono fotografare più scene, immagazzinandole senza difficoltà, in un database personalizzato e personalizzabile.
Questa è la forza di “Kobol Electronic” e più in generale della squadriglia MinimalRome.
“Phase Linear” chiude il lavoro, in una sorta di sperimentazione post-bellica su un’electro robotizzata ma decomposta, facendo affiorare la carcassa Dopplereffekt che ritroviamo, nera e minimale, anche nel layout grafico che racchiude questo piccolo gioiello nostrano, del quale, non possiamo non andare fieri.
Rispetto a questa gente.
Tracklisting:
A1: Computer Pervaded Society
A2: Scientific Progress
A3: Intellicon
B1: Zentralrechner
B2: Tidoc
B3: Phase Linear