La “Lo Recording” sembra aver trovato la quadratura del cerchio.
Label da sempre attenta alle naturali evoluzioni della musica elettronica, si cimenta nel supporto ad artisti di estrazione eterogenea e multiforme, e, negli ultimi 2 anni ha messo a segno grandissimi colpi discografici come la ritrovata giovinezza di Bernard Fevre (quel Black Devil che sul finire degli anni ’70 incise un 12” di rara bellezza dal titolo Disco Club, reliquia da disco-intenditori che ha trovato il meritato successo soltanto nel 2004 per mano di un Dio in terra come Aphex Twin) o ancora il raffinatissimo produttore giapponese Susumu Yokota, passando per l’electro spezzata del grande Cursor Miner.
In questo gradevolissimo lavoro si ritrovano a lavorare insieme due pazzi come Jean Jacques Perrey (classe 1929, pioniere della sperimentazione elettronica da quando l’elettronica ancora non esisteva) e Luke Vibert. Il concept è sostanzialmente una rilettura delle composizioni di Perrey in chiave moderna, e chi meglio dell’infuocato Vibert per un’operazione simile.
Il disco fraseggia in maniera sempre ludica e leggera tra giochi d’archi etnici, partiture ritmiche spezzate e virtuosismi analogici da manuale, senza badare ad un particolare target d’utenza, ma soltanto affidandosi all’improvvisazione sincera ed affidabile dell’elettronica di Vibert.
L’output è una visione molto ampia delle combinazioni musicali odierne, si và infatti dalla disco robotizzata di “Analog Generique” alla lounge patinata di “Shwing” passando per l’etno hip-hop di “Dream 106” fino ad arrivare ad un feticcio analogico come la synth-interpretazione della famosissima filastrocca “Frère Jacques”..la nostra San Martino Campanaro per intenderci.
Altra caratteristica a trasparire, un certo accostamento a certa elettronica francese di fine anni ’70, più propriamente quelle fantastiche musiche da sigla tv che potrete trovare in raccolte come “Electronic Toys” o in special modo nei dischi di un’altra sirena come “Cecil Leuter”.
Forte la presenza di elementi pop ed una sensazione continua di non voler stupire nessuno. Ma diciamoci la verità, cosa chiedere di più di un gran bel ascolto da due geni che hanno già dato tutto alla musica?