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Album Reviews /

The Tuss Rushup Edge

  • Label / Rephlex
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Jun 2007
  • Style / , ,
  • Rating /
    9/101
The Tuss

Ecco uno dei prodotti più gustosi dell’ultimo periodo! La questione non è tanto capire se questo album è un capolavoro o meno ma è capire chi diavolo è veramente The Tuss.

Un alone di mistero circonda infatti la sua persona. La produzione dell’album è attribuita a tale Rushup Edge Karen Tregaskin (sull’applicazione visibile nella custodia del cd che ha uno stile minimalissimo, come ci ha spesso abituato la Rephlex, appare la scritta “Written-By, Producer – Karen Tregaskin”). Facendo una piccola ricerca esce fuori anche il nome di un certo Brian Tregaskin (che sia un fratello? Uno pseudonimo?). Ora c’è chi sostiene che Questi siano due dei tanti  pseudonimi dietro il quale si nasconde il molto noto Rchard D. James (Aphex Twin).

Questa teoria potrebbe essere avvalorata dal fatto che questo album e i precedenti  lavori di The Tuss sempre su Rephlex Records (ben sappiamo che Richard D. James ne è cofondatore!) presenta dei suoni molto simili agli ultimi lavori di afx (vedi gli Analord), nonché la stessa qualità perfetta dei suoni i quali si percepiscono tutti ottimamente anche in sequenze veloci . Che sia mano di Richard? Facciamo finta che a noi non interessi più di tanto e analizziamo l’album senza pregiudizi.
Suoni caldi, analogici, vintage, ritmiche e BPM molto varie messe assieme come pochi sanno fare.

La traccia di apertura dell’album (Synthacon 9) propone sonorità electro vintage molto intelligenti rinforzate dallo stile più attuale di esecuzione (fortunatamente alcuni suoni non vanno mai in pensione!). Una traccia raffinata e coinvolgente, da buon gustai!
La seconda traccia (Last Rushup 10), simile in genere alla precedente ma con un tocco di ritmica in più, sembra quasi divisa in 2 tempi dove la melodia prende una piega diversa.

La terza traccia (Shiz Ko E) propone un gustosissimo electro rinforzato (ricorda un po’ i Cylob Music System ma con quel tocco di classe in più).
Nella quarta traccia (Rushup I Bank 12) che mantiene una ritmica coinvolgente, fa la comparsa un suono di piano sapientemente manipolato (e noi sappiamo quanto piaccia a chi so io, ma facciamo ancora finta di nulla!) seguito da qualche suono acido stile baseline che formano insieme al tutto un giro melodico banale ma efficace.

La quinta traccia (Death Fuck)da un po’ di movimento alla situazione. Ritmiche incisive, finemente tagliuzzate (stranamente stile a qualche traccia apparsa nell’album Drukqs di qualche altro artista, ma facciamo finta di nulla!) e poca melodia a sostenere il tutto.
La sesta traccia (Goodbye Rute) appare un po’ malinconica, minimale ma perfetta. Piacevole il suono “bolloso” che da la cadenza.

Forse il difetto più grande di questo album è il fatto di avere dentro solo 6 tracce. E un pezzo che rinvigorisce ancor più il già prestigiosissimo nome della Rephlex.
Oltretutto, diciamoci la verità, questo alone di mistero e queste voci di corridoio rendono questo lavoro ancora più appetibile!

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