Ben Lukas Boysen, in arte Hecq, continua il suo viaggio all’interno della musica elettronica seguendo un filo conduttore che l’ha sempre spinto alla ricerca delle sfumature legate al concetto di buio. La sua musica ha esplorato isolati territori spazio/temporali nei quali ogni suono da lui proposto ha saputo adattarsi alle forme ed alle materie con le quali è venuto in contatto.
Night Falls è il suo quinto album, che segue, a distanza di un solo anno, lo splendido doppio cd dal titolo “0000”.
In questo nuovo lavoro, Hecq, concentra i suoi sforzi sul concetto di “tensione”, cercando di rappresentare musicalmente una serie di stati d’animo legati all’estremo, e lo fa creando composizioni ruvide e glaciali, suonando il piano come se fosse per l’ultima volta.
L’immaginazione percorre così una serie di sentieri mutanti che assaporano ora l’amaro di una terra rossa impregnata dal sangue, proseguendo poi ad occhi chiusi in un tragitto che scivola via fino a rifugiarsi in una galassia dalle coordinate ultraterrene.
Hecq è padrone assoluto delle atmosfere, dei suoni e degli spazi, ed i suoi brani, suonati attraverso l’utilizzo di vecchi synth, compressori e diavolerie digitali, sono uno dei manifesti ambient maggiormente riusciti negli ultimi anni. Non che sia cosa nuova per l’artista, che ci ha da sempre abituati a dischi di qualità ampiamente sopra la media, ma ascoltare queste nuove composizioni, ci porta ad aver convinzione ormai assoluta che ci troviamo di fronte ad uno dei “casi” più bollenti dell’elettronica contemporanea moderna.
La sua è musica per l’anima, per tutte le anime che amano attraversare i sogni per mezzo dei suoni, godendo all’ascolto di atmosfere cupe che pungono nei ricettori cerebrali, facendo risvegliare quella porzione d’anima che fa sì che in quel determinato lasso temporale la nostra mente si distacchi dal corpo per arrivare dove mai avremmo nemmeno osato.
Un pezzo di cuore, donato all’aldilà.