Gianluigi Di Costanzo (aka Bochum Welt) è una delle figure più longeve e forse meno idolatrate del panorama elettronico italiano moderno.
Un produttore attivo fin dai primi anni ’90 che ad oggi conta una discografia ampissima. Da sempre, il punto focale delle sue composizioni è imperniato sullo studio di soluzioni melodiche armoniche e coinvolgenti, un’attenta ricerca sulle costruzioni ritmiche ed un occhio di riguardo verso una sperimentazione volta a non ripetere alcunché di esistente.
Non a caso gli occhi di due illuminati come Grant W. Claridge e Richard D. James si sono posati su questo artista, permettendogli di pubblicare ben 3 album che sono altrettante brillanti schegge di musica elettronica contemporanea.
Ora, dopo oltre 10 anni dall’ultimo passaggio in Rephlex, Bochum Welt pubblica questo nuovo lavoro anticipato da un singolo remixato nientemeno che da Heinrich Mueller (Dopplereffekt, parte dei Drexciya, Arpanet ecc.).
L’album si compone di 2 cd dove l’artista distribuisce nel primo tutti gli inediti, mentre nel secondo una serie di tracce precedentemente pubblicate nei vari album per la Rephlex.
Diciamo subito che l’aspetto che più di ogni altro continua a caratterizzare il suono di Bochum è l’innata capacità di passare da tracce melodiche destinate al puro “ home listening” ad altre decisamente più feroci.
Ed è appunto con una traccia che santifica l’electro: Flag, che ha inizio l’album, marchiando a fuoco un connubio pressoché perfetto tra ritmica e melodia. Ferocia che trova poi la soluzione definitiva nella successiva Robotic Operating Buddy, che dà il titolo all’album. Ma, proprio quando lo spirito ha cominciato ad abituarsi alle carnose scosse, subentra una traccia dal mood puramente eighties come Saint (Dmix), serena ballata da pre-disco-party, allietante preambolo a quello che secondo noi è il brano più evocativo dell’intero lavoro: 8221SB, qui tutte le teorie vanno ad infrangersi contro un suono che scolpisce la sua bellezza nella carne, uno di quei brani di musica elettronica nati per divenire classici.
Interlude, altra traccia uscita come singolo ad anticipare l’album, riparte proprio dalla melodia, riprendendo però il discorso ritmico per assestarlo con dovizia sul leggero background.
Nonostante i continui cambi d’umore, lo stato d’animo che sembra prevalere durante l’ascolto è sicuramente uno connubio di sobrietà e leggerezza, che trova maggiormente conforto nel planare leggiadro di “DR2D”, ribaltata poi dall’electro tinta di scintille italo di Gyromite.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, possiamo affermare che Bochum Welt è uno degli artisti sui quali la musica elettronica può e deve puntare, uno per il quale la nostra perversione sogna un album di sincera techno music, e che, neanche farlo apposta, ce ne accenna un (as)saggio nella breve, sintomatica, speriamo premonitrice, Test Mode.