New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Album Reviews /

Glitterbug Supershelter

Glitterbug

Le poche informazioni su Glitterbug le apprendiamo dalla press che accompagna il suo disco d’esordio. Il suo vero nome è Till Rohmann e sembra abbia passato l’ultimo ventennio ad esplorare la scena techno acid dei party illegali in giro per il mondo, partecipando attivamente come dj, producer ed organizzatore. Nato a Colonia, si è poi trasferito in Israele, dove è riuscito a creare una realtà estremamente creativa e sperimentale come il c.sides festival.

Supershelter è il suo disco d’esordio, e, se non avessimo letto queste poche note esplicative, avremmo senz’altro pensato ad un lavoro in incognita di qualche mostro sacro come ad esempio Carl Craig.

Questo è un disco spiazzante quanto esaltante, la perfetta sintesi di qualcosa che non è esattamente ben definibile. Suono techno con trame intricatissime, groove house, immaginario sperimentale fatto di sonorità dolci e metalliche. Un esordio di questa caratura non è paragonabile a nulla di vicino negli anni.

Prendiamo per esempio una traccia come “The Things I Long To Do”, un autentico viaggio su bpm morbidi, otto minuti di dinamismo totale, svolte improvvise in territori orientaleggianti, ritmiche pulite ed eleganti, mitragliate di synth e piano acido sorretto da angosciosi tratti melodici. Un brano che rasenta la perfezione per costrutto emotivo e tecnica compositiva.

E questa sua straordinaria capacità di voltare le spalle a qualsiasi genere con repentina movenza sembra essere proprio il suo tratto distintivo, perché la magia si replica praticamente in tutto il disco, come nella terrificante “Reference System”, altro brano in equilibrio perfetto tra techno ed house, un posto nel quale sembra di sentire Kenny Larkin in botta d’acido, un posto nel quale è chiara la derivazione detroitiana di alcune sonorità, ma dove è altrettanto palpabile un tecnicismo matematico tipico della scuola più prettamente europea.

Ci convinciamo definitivamente del suo passato nei territori dell’acid techno ascoltando una parata celestiale come “Presence”, ipnotica evoluzione di bassline acido mandato in loop lento e progressivo, stomp ritmici scanditi e millimetrici come l’electro sperimentale insegna. Se avevate voglia di volare ecco a voi le ali.

Per non togliervi la sorpresa dei restanti, incredibili brani vi invito semplicemente ad acquistare questo album predestinato a diventare un classico.

Siamo solo a febbraio e questo è uno dei dischi dell’anno.
Avete voglia di qualcosa di nuovo?

Redazione Written by: Pubblished: