Ecco quello che posso definire un disco indispensabile.
Koolmorf Widesen risponde al nome di Leonardo Barbadoro, classe 1987 e già al secondo album.
Un talento giovanissimo evidentemente cresciuto “dentro” la musica, artista che dimostra di essere prima di tutto un musicista che ha ben appreso le nozioni di melodia e ritmo e che sa tradurre in musica elettronica le sue idee con precisione e sentimento.
Questo “Melodies Fork Now” è un concentrato apocalittico di molteplici derivazioni stilistiche, studi sui generi e concreta applicazione sulle strumentazioni.
Ci troviamo immersi in una ritmica breakcore dalle traiettorie angolari nell’iniziale “My Arms Bend Back” che non ha nulla da invidiare a “velociraptor” come Aphex Twin o il Mu Ziq dei bei tempi, il tutto, senza dimenticare assolutamente la dimensione melodica ed una propensione deep che accompagna l’intero lavoro.
Enorme è la sorpresa con la quale ci ammalia nella successiva “The bind beam fuck” traccia predominata da sonorità electro dalle ritmiche velocissime sulle quali si scaglia un’intrigante melodia dark ed una partitura vocale robotica dai connotati angosciosi.
Brani, i primi due, che servono ad illustrare una panoramica delle potenzialità veramente vaste dell’artista, sapiente, oltretutto, nello scoprirsi pian piano attraverso una serie di composizioni che confermano senza la minima ombra di dubbio la caratura del suo talento.
Nel terzo brano in scaletta, “Zuoel if pick”, esce allo scoperto la sua vena creativa melodica, un passaggio troppo breve purtroppo che ci emoziona con le vibranti corde di un pianoforte che emette note oscure sopra un sussurrato impianto ritmico.
Melodia che troviamo, di nuovo splendida nella sua provocante angoscia, in “Doppelganger” e questa volta è il suono del violino di Andrea Cito ad essere chiamato in causa per una nenia che non può non coinvolgere totalmente l’anima.
Facendo un paragone forse troppo scontato prima mi riferivo ad Aphex Twin, prendendo ad esempio la velocità delle dinamiche breakcore, ma è ancora il genio della Cornovaglia a rappresentare il termine di paragone ideale nella serenata acida di “Bob” (chissà che non abbia pensato allo spettrale spirito maligno della serie Twin Peaks?), una suite analogica penetrante ed efficace.
C’è ancora spazio per due mostri “dark Jungle” come “K21” e “7 Rockets”, oltre che alla stupenda “A Liar Saw it Tony + A Trial Swan I Toy”, brano che più di ogni altro può dar luogo ad emozioni veramente forti.
Questa è la storia di un giovane musicista italiano ricco di talento e se nella musica c’è ancora una giustizia ne sentiremo sempre più spesso parlare.