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Album Reviews /

Dynamik Bass System The Mighty Machine

  • Label / Dominance electricity
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / mar 2009
  • Style / ,
  • Rating /
    9/101
Dynamik Bass System

Thomas Werner dopo un rapporto sessuale ad alta quota con la Gigolo records del funambolico Hell ha riposto tutte le sue energie nel tentativo di dar vita ad un personale progetto sonoro che riuscisse a far vivere la sua musica attraverso un linguaggio fatto di sinusoidi e tratti di matita.

Come ogni progetto electro degno di questo nome, le forze impegnate sono molteplici, c’è sempre un ideale alla base di un mondo, di un fantastico, immaginario mondo.
E’ stato così fin dagli inizi, sarà cosi.

Ora, più che mai, Thomas Werner è Dinamik Bass System, una creatura cresciuta in cattività, nutrendosi delle distorsioni del basso e della programmazione ritmica. E’ immaginario tramutato in immagine attraverso l’arte di Ingo Romling, straordinario illustratore che è riuscito a render visibile questo mondo ultra terreno.

The Mighty Machine è il primo lavoro sulla lunga distanza per Werner che, senza lasciar nulla al caso, confeziona 12 brani che sono magma incandescente.
Fiero del suo armamentario, che vede impegnate le TR 808, 727 e 606 oltre che un Memory Moog, un Jupiter-6, un Juno 60 e molto altro ancora, prende forma un lavoro trascinante e potentissimo.

L’apertura è un’incredibile marcia electrofunk dove vocoder e ritmiche imbestialite accendono fiamme sotto alle celestiali incursioni di synth, da lì in poi non c’è più tregua che tenga, e non possiamo non sentirci “dentro” a questo lavoro che omaggia tanto la scena Miami Bass quanto le numerose influenze etniche che riversano il loro calore nelle varie melodie.

Contrariamente a molte delle uscite electro più avanguardistiche, The Mighty Machine esce da quel torpore cupo ed introspettivo trasmettendo gioia e positività.
Anche nelle tracce più geometriche, come nel caso di Innovator (DBS mix) che và a pescare diritta nell’archivio Kraftwerkiano, l’obiettivo è quello di riscaldare l’ascoltatore con una massiccia dose di funk, cosa che per altro è riscontrabile per intero nell’album.

Parte importante anche quella dettata dalle incursioni vocali, una serie di rivoltosi proclami filtrati al vocoder che solidificano le già marmoree ritmiche ed accompagnano i giri di synth ad un party a misura di cyborg.

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