Richard Dorfmeister e Rupert Huber tornano sulla scena del delitto per dar fuoco ad uno dei classici meglio riusciti degli anni a tre zeri. Cominciò tutto con le selezioni downbeat di Kruder&Dorfmeister, era magia pura, era suono e ritmo, classe, qualcosa che è poi andato scemando sotto le spire maligne del business. Una musica tanto dolce e complicata da esser considerata scomoda, un lusso durato troppo poco che ha lasciato però un solco indelebile nella storia del suono elettronico.

Tosca era uno di quei progetti nati per mano del fuoriclasse Dorfmeister, accompagnato per l’occasione da Rupert Huber, e si manifestò attraverso un album simbolo come Suzuki, degno pilastro di un movimento sonoro esigente ed intransigente.

Finì tutto, e se ne sentì parlare anche male. A noi non importa, ora siamo nel 2009 ed abbiamo continuamente bisogno di musica nuova, Tosca torna, torna con questo album dal titolo No Hassle, ed è di nuovo splendore.
Cosa ci fece innamorare a suo tempo? Era soprattutto la ricerca, lo studio certosino della ritmica, le partiture levigate, l’equilibrio delle varie sorgenti e l’armonia, tutte qualità che fortunatamente i due artisti sembrano non aver perso. No Hassle ci riporta così dentro un sogno ovattato, una sospensione estatica dove poter godere di nuovo ed a pieno della musica.

Inevitabilmente qualcosa è cambiato, e ci saremmo lamentati sicuramente del contrario, un cambiamento che è servito a spostare il baricentro della loro forza espressiva verso un suono stellare, dove la melodia gioca il ruolo fondamentale, accarezzata di volta in volta da frammenti di voce, ma soprattutto annaffiata dal ritmo, quasi un impercettibile elemento di rottura.

Ci troviamo quasi nella soglia dell’indecifrabile, un album d’ambiente colmo di fughe spaziali, un disco di melodie e di ritmo, un cuore che dichiara la sua regolarità, per un attimo di pace che vorresti non finisse mai.