Andrea Benedetti è una di quelle persone dedite alla musica, alla sua teorizzazione, alla sperimentazione di nuove forme comunicative, ed allo studio oculato del ritmo, senza mai soffermarsi troppo su un determinato stile, perché questo vorrebbe dire fossilizzarsi.
Andrea ci ha raccontato la storia, pagine e pagine di storia, proponendocela in prima persona, attraverso l’avanguardistico lavoro della sua Plasmek Records, una label nata dagli effluvi delle conversazioni che nei primi anni ’90 un gruppo di visionari amava tenere in oscure serate ricche di musica e d’inventiva.
Il suo è un profilo immancabilmente legato alla techno, una vera adorazione per Detroit che gli ha permesso di scavare in profondità, mantenendo viva una coscienza funk che dal profondo ha sempre rappresentato la dinamica del suono della motor city.
Dopo anni di inattività, ecco riemergere il progetto Sprawl, pseudonimo attraverso il quale Andrea ha pubblicato quattro EP per la Plasmek.
Questa volta, ad occuparsi della sua musica è la grandissima Solar One Music, etichetta tedesca alla quale dobbiamo i migliori lavori electro degli ultimi due anni, e la risposta è di quelle grandiose.
L’album si apre con “Neural Acid”, brano già pubblicato come b-side per un 12” su Sysmo records a nome New Acid Generation, una base acida rotolante su un apparato ritmico sintetico e costante, poi 303 in distorsione e spettri electro in secondo piano, pura magia.
“Attack Of The Sonic Army” proietta il disco in una dimensione surreale, sezione ritmica incandescente, inserti vocali vocoderizzati e synth acidi e taglienti, la musica non è più melodia fine a se stessa, ma un insieme di strati sonori dove ogni strumento interagisce con l’altro soltanto per intersezione. Una visione assolutamente libera e fuori dagli schemi della musica elettronica, un messaggio chiaro a quanti tentano di togliere il coraggio ai propri brani. “Mechanic Phunk” prosegue sull’onda solcando un minimalismo industriale che vuole essere un omaggio all’EBM suonata negli anni ’80.
“Time” è un mostro electrofunk tutto groove plastico e cassa mozzafiato che aveva già visto luce nella compilation di “ElectRoma (festival romano ormai scomparso dedicato alla musica elettronica) che lascia spazio all’incredibile potenza di “Bass Trap” miglior brano dell’album, sintesi orgiastica di tutte le influenze musicali dell’artista, una traccia che coniuga nel miglior modo la sfacciata prorompenza della techno alla precisione matematica dell’electro, usando come collante un magma funk esplosivo.
Grazie all’intraprendenza di etichette come la Solar One Music, possiamo ancora godere della sperimentazione e dell’eccesso di alcune forme comunicative ormai dimenticate, tornando ad apprezzare anche l’errore, oltre che musica privata del nulla.
Andrea è ancora bravissimo quando ci trasporta in quel respiro angoscioso che è “Unknown Enemy” o ancora nella velocissima electro di “X-51”. “Last Warning” è una traccia con chiari riferimenti a certa elettronica europea dei primi anni ’90, ed in chiusura, di nuovo un monolite industriale come “Blaastar”, colosso tagliente di break e metallo puro.
The Exaltics si prende cura nel finale di “Mechanic Phunk” aggiungendo quel path oscuro tipico del fuoriclasse tedesco, mentre Keith Tucker (metà degli Aux 88) trasporta “X-51” direttamente in zona Detroit facendo uscire allo scoperto fantasmi che non vedevamo da tempo.
Un disco per veri soldati!