Riceviamo questo cd autoprodotto dai napoletani Silicon Dust, un mini album di 5 tracce dove gli spettri dance degli anni ’90 camminano a braccetto con alcune divagazioni electro di Justiciana memoria che purtroppo rivelano I punti deboli di questo lavoro comunque molto coraggioso.
L’estetica di questo trio è molto legata alla psichedelica elettronica modello Chemical Brothers, un forte incedere di bassline rotolanti e bassi selvaggi, e fin qui tutto procede in maniera molto ben strutturata, infatti in una traccia come “Fargard” si può cogliere il potenziale della loro musica.
Gli errori di gioventù di rivelano nella successiva “Bad Child”, dove la melodia è una di quelle brutte cose strappa-urli che fa troppo “Pullover” di Speedy J con 10 anni di ritardo.
Dalla loro parte sicuramente il fatto di saper gestire in maniera quanto mai appropriata i synth e la costruzione stessa dei brani, che in nessun caso risulta carente o mal organizzata. Viste le premesse aspettiamo qualcosa che faccia loro compiere il salto di qualità.