Kieran Hebden è uno di quegli artisti che, muovendosi lontano dalle luci dello star system, è riuscito a tessere una rete fitta e solida che ha segnato uno dei maggiori punti di sviluppo della musica elettronica degli anni ’90.
Il suo merito è stato sicuramente quello di creare di volta in volta composizioni estremamente delicate che potessero far vivere all’ascoltatore un’esperienza prima di tutto meditativa, ed in secondo luogo avveniristica.
La tanto attesa svolta dance è avvenuta grazie allo splendido “Ringer” un mini-album pubblicato nel 2008 dove Ebden ha potuto concentrarsi sul ritmo lasciandoci intendere quanto fosse al passo con i tempi, ma soprattutto regalandoci uno dei migliori sunti delle moderne tendenze da ballo.
“There is Love in You” se vogliamo è invece la quadratura del cerchio della musica targata Four Tet, un album che racchiude in sé le molteplici forme assunte da Ebden nel corso del decennio passato.
Nove brani bellissimi, alcuni dei quali riprendono il discorso lasciato aperto da “Ringer” fornendoci ulteriore materiale d’indagine per capire il suo talento.
Prendete un brano come ”Sing”, un corpo house chiaramente minimale ricco di ogni ben di Dio, arrangiamenti ritmici ai limiti del funambolico, strati di piano stilizzato, movenze funk e giare di nettare che neanche il banchetto di un imperatore.
Oppure “Love Cry”, una carcassa dubstep inferocita che mostra dapprima le viscere per poi spogliarsi degli abiti del demonio per far fessi i guardiani del paradiso.
Una cosa è certa, il jazz è stata una delle sue maggiori fonti d’ispirazione, insegnamenti che l’hanno poi portato a suonare i pezzi di batteria come delle autentiche jam d’improvvisazione, ed in generale, tutto l’approccio compositivo mostra una libertà stilistica che è poi il grande valore aggiunto dell’album.
La sua vena compositiva raggiunge picchi emotivi molto intensi in una traccia come Circling, una rotonda progressione di piano che possiede il dono di saper ipnotizzare.
Il finale è tutto un vapore di chitarre e fumo d’incensi, un tuffo dentro il suo cuore, un organo che scandisce battiti vitali per la musica elettronica tutta.