Minimalrome si presenta alla quindicesima release con un package importante e con un suono che segna un punto di svolta, facendoci capire quanto vasti siano i loro orizzonti.
Di questi giorni è anche la notizia che vede in arrivo una nuova serie completamente dedicata al dancefloor e ad inaugurarla sarà una testa si serie come The Hacker, accompagnato da due remix degli arcieri di casa.
Ma torniamo a questo lavoro, prodotto in sole 100 copie e rinchiuso dentro un gradevolissimo involucro corredato da una grafica grottesca ed estremamente affascinante realizzata da Tilde oltre che pregno di un profumo che rimanda a terre lontane.
Ma veniamo alla musica, 14 brani a cavallo tra ambient, noise ed electro rarefatta ad opera di altrettanti artisti gravitanti da tempo nell’universo underground.
I primi 3 pezzi sono un intro perfetta giocata tra la splendida melodia di Analogous Doom, gli antri oscuri di Nacho Patrol (per i meno accorti si tratta di Legowelt) e le notturne divagazioni dark di Jauzas The Shining (qui in versione d’oltretomba dopo lo splendido 12” per la Mighty Robot).
Tutto è pensato ed assemblato per corrispondere ad una perfetta colonna sonora di un horror noir proiettato nel terzo millennio, ed a trasportarci d’incanto in una di queste ignote città immerse nella nebbia è Kobol Electronics con i suoi tre minuti di assoluto genio paragonabile all’Arpanet più siderale e millimetrico.
Segue Andrea Benedetti in un segmento in bilico tra John Carpenter ed alcune escursioni Aphexiane, un brano geometrico e lineare accompagnato da un sample narrativo intriso di fragranze noise.
Alpha 606 sembra farci tornare ai fasti di Twin Peaks, sciorinando una melodia tanto intensa quanto dannatamente sfuggevole, un brano denso, forte e commovente, interrotto bruscamente dalla ferrea incursione di Sam Lowry (una delle molteplici reincarnazioni di Manasyt) che capovolge lo scenario proiettandoci in un antro dove lamine e scheggie infuocate danzano in un macabro rituale.
Segue una grandiosa cavalcata lunare ad opera dello sconosciuto Modular Experiment (non faticheremo a credere che si celi un nome come Heinrich Dressel dietro il progetto). Segue sull’onda Tesla Sonic, altro side project dei ragazzi di Minimalrome, anche qui è magia di synth in un saliscendi tutto costellato di improvvisi bagliori.
Unit Black Flight non bada a spese e và dritto come un treno in una traccia electro che sembra ridestarci dalle passate paure, fino a quando non sprofondiamo di nuovo dentro l’ambient isolazionista di Vagon Brei, uno slargo nel bel mezzo della foresta, il vento che soffia gelido ed il suono che sembra preannunciare la fine.
Poi delle onde funeste, un organo accennato in sottofondo ed una stridula nebbia tutta intorno che accompagna quell’organo man mano sempre più marcato, siamo giunti nel punto di non ritorno, è la zona grigia di C-34, senza dubbio il brano più intenso e toccante del lavoro, che dal nulla nasce e nulla torna, atterrando dentro i droni spettrali di Monopoly ed ancora, per la paradisiaca chiusura di Heinrich Dressel, un artista che vede ancora scorrere il sangue nelle sue vene.
Uno spaccato di vita.