Ottimo lavoro di ricerca per la Miasmah records, che riesuma questo bellissimo disco di Fredrik Ness Sevendal (FNS) pubblicato nel 2005 ma che praticamente può esser considerato un album nuovo, vista la poca visibilità che ricevette a suo tempo.
E grazie a questo lavoro la label norvegese vede allargare ancora i propri orizzonti sonori, passando da una sorta di musica subacquea, claustrofobica ed estremamente complicata, ad una forma di comunicazione più semplice e diretta, ma non per questo meno bella ed intrigante.
FNS è un album limpido perché sfrutta una serie di melodie di chitarra suonata al rallentatore che colpiscono in prima battuta facendo passare quasi inosservati i pattern delle varie esecuzioni.
In realtà questo è un lavoro che andrebbe ascoltato a più step, cercando di separare di volta in volta i vari strati di suono, concentrandosi ad ogni ascolto su una delle meraviglie inserite nelle maglie di questo disco che ha una struttura variopinta ed intricata.
Per esempio, negli 11 minuti finali dell’indecifrabile “Flaggermusvingers Vift I Dimmet” (unica traccia inedita del lavoro) c’è una vera e propria metamorfosi del suono, che parte dalle carezze sulle corde della chitarra per poi perdersì dietro un muro di elettronica sporca che sale dal basso ed aumenta d’intensita fino ad oscurare tutto, disperdendosi poi di nuovo per lasciar spazio al processing su chitarra che questa volta sembra modificare la natura stessa del suono in qualcosa di etereo ed inarrivabile.
In “Wooden Leg” troverete ulteriore conferma, un viaggio che parte esotico con la chitarra appena “pizzicata” a distribuire dolci note psichedeliche mentre uno stridulo urlo di synth si eleva man mano lasciando la sua “funzione tappeto” per andar ad accompagnare il canto da sirena di Inga-Lill Farstad che dalla metà del brano in poi sale di intensità anch’esso divenendo un’abbagliante primo piano circondato da sibili di venti freddi.
Sibili che diventano poi vere e proprie voci fuori campo in “Dream” che inizia appunto con una serie di echi lanciati da direzioni diverse che affogano nelle composizioni di organo e sintetizzatore, questa volta un brano che mantiene un profilo sonoro cauto, quasi intimorito, ma che si rivela pura espressione di sentimento e calore.
FNS riesce a coniugare con naturalezza disarmante aspri momenti elettronici ad armoniose parti strumentali creando un disco destinato a rimanere nei nostri ascolti per molto, molto tempo.