Label di nuovo concepimento questa White Box, lanciata nel 2009 ed ora, al terzo cd rilasciato.
Questo è il lavoro di Richard A Ingram, da Manchester, di lui scopro un ulteriore debutto in ambito produttivo solista, visto che fa parte di una band death che si chiama Oceansize.
Un opera straordinaria se pensiamo a questo come al suo primo disco, ma credo naturalmente sia frutto di interminabili session d’ascolto e di lavoro.
Questo è un suono ambient oscuro, creato dalla stesura infiniti tappeti che disegnano scenari solitari e meditativi, oscurando il cielo fino a coprire ogni spiraglio di luce.
Ingram è attentissimo alla forma, tutti i brani sembrano concatenarsi compiendo un percorso che si libera in profondità accomodandosi in una terra così ostile che nessun altro avrà mai il coraggio di abitare.
Un flusso di suoni alimentato da echi di metalli suonati sotto una superficie d’acqua, in un battito che risuona il suo eco trascinato dalle onde, un’estetica sottomarina accostabile ad alcuni memorabili lavori di casa Miasmah, dove la narrazione in un modo o nell’altro finisce sempre in racconti degli abissi.
Le nebbie sono un altro fondamento della sua narrazione che è avvolta infatti da un manto noise delicato ma incombente, una presenza che si fa sentire costantemente donando spessore ad ogni stesura.
C’è una vena romantica in tutto questo, ed Ingram non fatica a tirarla fuori, in specialmodo nei sette bellissimi minuti di “The Melioramentum”, una sinfonia grigia e sfocata dove a distinguersi, in una cadenza che raffigura la purezza di una goccia d’acqua, sono il suono della chitarra acustica, appena pizzicata e dei rumori di metallo che fanno splendere tutto un contorno fatto di vecchi ricordi, capanni degli attrezzi ed estetica vintage affiorata in un bel pensiero.
Consolamentum è un disco coinvolgente, vi farà staccare completamente dalla realtà, guidandovi in un sogno dai contorni oscuri nel quale far perdere la vostra mente, nel ricordo, o semplicemente nel viaggio.