James Taylor in ferie dal progetto Swayzak si dedica a questo album solista per la sempre interessante Baskaru Records. Un modo per evadere dai ritmi pressanti del duo e dar sfogo al suo lato più intimo e notturno.
Dieci brani che sono altrettante texture dal sapore noise, tappeti pero’ a loro modo articolati e ricchi di micro elementi strutturali che donano forma e sostanza al lavoro.
Taylor, forte della grande influenza data dalle sonorità dark degli anni ’80 al progetto Swayzak riesce a riversare, seppur in forma estremamente sintetica, un manto melodico che si mantiene stabile, cavalcando così con disinvoltura i drones di chitarra ed i campioni vocali anch’essi impegnati in forma completamente destrutturata.
Slice repair diventa interessante dopo qualche ascolto, ponendosi in una dimensione che suggerisce relax ed è capace di trasportarti attraverso una vena melodica molto struggente ed intensa.
Grande attenzione nei dettagli, per un disco che vede a volte straripare gli elementi senza però mai sembrare eccessivo o forzato, Taylor da grande interprete della musica elettronica qual è riesce a dosare bene tutto, regalandoci così un piacevole momento d’ascolto.