We Love è il nuovo progetto di Giorgia Angiuli e Piero Fragola e può vantare il merito, non trascurabile, di essere la prima produzione italiana sulla prestigiosa BPitch Control.
L’album d’esordio, omonimo, presenta dieci tracce di ottima fattura in bilico tra pop, electronica primi anni novanta e sperimentazione. Dieci tracce tra cui spiccano sicuramente per intensità “Don’t Cross”, “Even If”, “Underwater”, “No Train No Plane”, ma sarebbe riduttivo limitare l’attenzione solamente su alcuni episodi, cercandone origine e provenienza con il solito gioco di rimandi per affinità stilistica.
“We Love” è un album che indubbiamente risente dell’influenza di modelli predefiniti, e in qualche modo ‘classici’, ma nello stesso tempo brilla di luce propria. Le stesse fonti di ispirazione risultano essere fonti ricercate e qualitativamente elevate, rielaborate sempre e comunque in modo personale e convincente.
Prendiamo, ad esempio, le due tracce che aprono e chiudono l’album: “Ice Lips” viene introdotta da atmosfere che riportano ai migliori Boards Of Canada per poi svilupparsi in un intreccio ad alta intensità emotiva tra le voci di Giorgia e Piero (uno dei punti di forza dell’album); “White March” deve molto, al contrario, a sonorità minimal di grande attualità senza risultare tuttavia anonima e prevedibile.
Anche quando i due spingono l’acceleratore, infatti, riescono a farlo con leggerezza e classe evitando luoghi comuni: ‘White March’ riprende suoni minimal con una linea di basso avvincente e un uso originale delle voci, lo stesso avviene in ‘Escape Destination’ (peraltro la loro prima canzone composta) e in “Our Shapes”.
I We Love sono stati abili nel contestualizzare il loro progetto creando, a supporto, un immaginario (visivo e sonoro) e un suono (certamente in evoluzione): il fatto stesso che l’album non sia stato preceduto da alcun singolo sta a dimostrare la compattezza e la solidità di un lavoro unitario che affascina dall’inizio alla conclusione. Se, a tutto questo, aggiungiamo il fatto che si tratta di un album di debutto di un gruppo di recente costituzione il giudizio complessivo non può che essere al di sopra dell’eccellenza, permettendo di sorvolare su qualche ingenuità e qualche passaggio non perfettamente riuscito.
Punto fermo e imprescindibile della scena elettronica italiana dell’anno in corso, “We Love” possiede inoltre il pregio non indifferente di varcare i confini nazionali: inestimabile.