La White Box acquista consistenza ad ogni nuova release, dopo lo splendido album di Richard Ingram è la volta del viaggio offerto da Arkhonia, un anonimo progetto del quale si sa ben poco.
Non importa, quando ad essere evidente è un’amalgama di toni grigi intensissimo come questo.
Trails/Traces è composto da una serie di drones che vedono i natali dal suono di una chitarra acustica e di un Fender Rhodes, per poi svilupparsi in altrettanti tunnel profondi e sensuali.
Il tutto è infatti pensato ad elogio dell’oscurita, con texture che fanno della semplicità la loro forza, seguendo però una stesura per nulla asettica.
Gli Arkhonia sembrano aver a cuore una melodica derivante da soundtrack ultra datate, e riescono nell’impresa di donarci in forma estremamente minimale, lunghi momenti tonali nei quali ritrovare, attraverso la memoria e la potenza del momento stesso, degli accordi romantici ed emozionanti.
Oltre la melodia, l’elemento texture detiene una parte importantissima nello sviluppo dell’album, tutto avviene in una lavorazione microscopica dei toni di grigio, interventi minuziosi di microsampling che arricchiscono, senza mai aggredire, il background del lavoro.
Sono spazi ampi sui quali costruire con la vostra fantasia panorami, ricordi, o semplicemente il nulla, lasciandovi magari trasportare senza alcun pensiero in testa, cullati dal suono in un limbo condiviso insieme a minuscole particelle sonore.
Un ascolto profondo ed essenziale per accogliere la stagione dei colori pastello, futuri grigi.