Era inevitabile che maturasse in un album. Una collaborazione tra titani, da un lato un monolite sperimentale come Alva Noto, dall’altro Blixa Bargeld, musicista, compositore ed attore conosciuto ai più per l’appartenenza ad un mito come quello degli Einstürzende Neubauten.
Un progetto che si è definitivamente solidificato, pensiamo, durante l’esibizione italiana per il Dancity Festival, un’esibizione tutt’ora ricordata da tutti come memorabile.
Dopo il singolo “Ret Marut Handshake” è la volta quindi dell’album, Mimikry, un disco bellissimo.
Il lavoro stà tutto nel trovare armonia ed equilibrio tra la voce di Blixa (capace di mutare di continuo da affondi ruvidi e profondissimi a ballate dai toni rilassati con quel rivolo amaro però sempre presente) ed i tic alieni di Alva Noto, e questo dobbiamo dire riesce a meraviglia ai due.
I brani sono interamente costruiti sulla voce di Blixa, che quindi sembra posizionata nel pieno centro di una centrale elettrica, dove le valvole sono però manovrate da un maestro assoluto del genere.
Rispetto alle canoniche produzioni di Noto, qui si respira un aria molto più umana grazie ad un poco nascosto approccio melodico che si lascia accostare timidamente ad un estetica retrò del tutto convincente.
C’è energia in ogni brano, sia che prendiamo in esame un altarino industriale come “Ret Marut Handshake”, sia su una chanson delicatissima come “One”.
E’ molto difficile anche solo provare a categorizzare un disco del genere, siamo in una zona franca lontana da ogni punto cardinale, proprio nel mezzo, dove tutto può succedere e dove le conseguenze potrebbero esser gravi se il progetto mancasse di forma. Cosa che ovviamente non accade, qui tutto gira alla meraviglia, e Mimikry si lascia ascoltare di continuo, diventanto pelle, carne e sangue.