Produzione targata Detroit per i Madis One, formazioni della quale si sa pochissimo, se non che milita nelle fila della Trasparent City, giovane label che si stà facendo notare con release sempre curate ed emozionanti.

Non è da meno questo mini album dei Madis One, 4 brani più un remix da parte del bravissimo Eliot Lipp.
Un disco che muove tra ritmiche downbeat, suoni elettronici old school catalogabili alla voce elettronica inglese primi anni ’90 e stesure tendenti al pop.
Ed è proprio nel brano di apertura (We Won’t Find It) che è palpabile questa miscela che vede espressione tramite un cantato dai toni cupi, quasi al limite del lamento verso la metà di una costruzione lenta tra battiti sincopati e lampi elettrici dispiegati man mano.

“Ocean” segue l’onda creata in apertura puntando pero’ verso una soluzione ricca di tappeti sonori ed un corale molto tenue a sorvolare la struttura ambient.

“The Driest Lakes” è sicuramente il brano più riuscito del disco che vede l’inserimento della 303 ad imperversare con una linea morbida e calorosa ricamata intorno dalla cassa spezzata e dagli affondi quasi drill’n’bass. Nel suo remix, Eliot Lipp ne stravolge la natura sottraendo proprio la 303 a favore di un’andatura vicina alla sua concezione hip hop.

C’è sicuramente da limare qualcosa per spogliarsi di alcuni riferimenti un po’ troppo marcati ma le idee ci sono e le melodie ed i suoni sono assolutamente convincenti.