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Album Reviews /

Hidden Orchestra Night Walks

  • Label / Tru Thoughts
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Nov 2010
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Hidden Orchestra - Night Walks

Quando si intercettano dischi di questa portata è bene chiudere un cerchio intorno agli autori, tenendoli ben caldi, ricoprendoli dei giusti riconoscimenti, sperando in fine che tutto questo non li mandi fuori rotta in tempi futuri.
Ma questo è il momento di portare i nostri onori alla Hidden Orchestra, band formatasi partendo da un originario quartetto chiamato Joe Acheson Quartet appunto.

Quattro elementi sul palco, due percussionisti/batteristi: Jamie Graham e Tim Lane. Joe Acheson al basso ed agli effetti. Poppy Ackroyd alle tastiere e violino.

Night Walks è il loro album di debutto per la Tru Throughts, longeva etichetta britannica dal 1999 concentrata su ritmi jazz, break beat e funk in genere, un orecchio ben allenato verso sonorità di frontiera che non si è fatto certo scappare questo gioiello musicale che porta luce abbagliante ad un oscuro novembre.

Si muove nella notte questo suono, proprio come da titolo, utilizzando come linguaggio trainante il ritmo delle due batterie e delle percussioni varie che instancabilmente segnano sinuose movenze tra accelerazioni free incentrate sull’utilizzo dei piatti ed ordinati battiti più caldi provenienti da percussioni in pelle.

Attenzione particolare dedicata agli assoli, altro elemento fondante dell’album. Non veri e propri momenti di isolamento strumentale, direi piuttosto lampi nei quali apprezzare, per piccoli e ben celati momenti, l’inserimento di determinati strumenti come viola, violino e Sassofono.

In un brano come “Footsteps” per esempio, ammorbidito dalla calda voce di Julia Biel è quanto mai intrigante ricevere il suono del sassofono che emerge in maniera appena significante brillando la giusta durata per esser fotografato dalla mente.

Un connubio tra sintetizzatori e strumenti acustici perfetto, un luogo dove le basi sintetiche assicurano un oscurità permanente, facilitando non poco il compito degli strumenti acustici, che intervengono in maniera brillante in ogni composizione, tracciando così alcuni segnali di luce in una distesa di synth e percussioni che già da sole garantirebbero il perfetto sound cinematico.

Dieci brani perfetti, uniti da una costante orchestrale che vanta scritture solidissime. La Hidden Orchestra è un motivo valido per ascoltare ancora musica con attenzione. Un primo album che esprime maturità e solidità da tutti i pori e che speriamo inauguri una rigogliosa saga di musica armoniosa e complessa, musica di una ricchezza strumentale difficilmente replicabile e quindi rara da trovare. Un disco che è l’inno all’oscurità ed alla visione.
Buon viaggio.

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