Avevamo già notato le precedenti uscite su Systematic a nome Spirit Catcher, duo belga di cui avevamo apprezzato le tessiture attraverso le quali si sviluppa la loro musica, e questo secondo album (che arriva a tre anni di distanza dal precedente “Night Vision”) conferma quanto di buono avevano fatto vedere Jean Vanesse e Thomas Sohet.
“Partners In Crime” è il primo album sull’etichetta di Marc Romboy e, ad eccezione si “Sedona” e “Other Side Of The Game”, presenta nove tracce inedite.
Caratteristica dominante dell’album è quella di costruire progressioni che prendono forma con il passare dei minuti, senza stacchi o tagli netti ma costantemente in un lento divenire, quasi una sorta di “work in progress”, qualcosa che pare modellarsi sul momento.
Una miscela a base di disco, moderna tech-house e funk anni ottanta la musica proposta dagli Spirit Catcher, o come i due produttori belgi amano definire: “Giorgio Moroder con gli steroidi”.
“Partners In Crime” spinge in questa direzione e riserva qualche piccola sorpresa: l’apertura di “One Way Express”, un funk lento digitale d’atmosfera, l’electro cantata di “Threesome”, i synth rivolti a Detroit di “Jupiter Jam” che, insieme alle ottime “Other Side Of The Game” e “Under Elvis”, forma il trittico conclusivo. Tra i migliori episodi da segnalare anche la deep-house, già pubblicata in ep lo scorso anno, di “Sedona”.